ASTRA parte dalla simulazione del suono dell’epigonion grazie alla sintesi del modello fisico, ma fa un grosso balzo in avanti rispetto a progetti simili, in quanto rende possibile suonare direttamente lo strumento tramite una normalissima tastiera MIDI, anche interagendo con altri strumenti. Abbiamo infatti fondato un’orchestra che si chiama “Lost Sounds Orchestra”, con la quale ci siamo esibiti in tutto il mondo. Dalla ricerca alla pratica dunque: qui sta la vera novità di ASTRA. E tutto questo è avvenuto sfruttando a pieno le potenzialità messe a disposizione dalle reti della ricerca.
Intervista a Francesco De Mattia, Docente del Conservatorio Boito di Parma e coordinatore del progetto ASTRA
Si tratta di partire da un modello fisico che utilizza diverse variabili come i materiali fisici, le dimensioni dello strumento e l’interazione dell’esecutore con esso, come colpire le corde, o coprirne i fori con le dita e così via per arrivare a generare un suono. In particolare, nel progetto ASTRA utilizziamo come input dati archeologici (per esempio reperti provenienti da scavi, descrizioni scritte, dipinti su urne funerarie).
Il modello fisico è una tecnica molto intensiva dal punto di vista computazionale. Per raggiungere la potenza di calcolo necessaria, il progetto ASTRA si è spostato dai computer locali a risorse di calcolo distribuite, utilizzando la tecnologia grid. Vale a dire che i modelli utilizzati, convalidati da ingegneri e storici, sono stati tradotti in suoni tramite programmi in esecuzione contemporanea su centinaia di computer in Europa e nel bacino del basso Mediterraneo, collegati grazie alle reti della ricerca GÉANT e EUMEDCONNECT. Senza l’altissima affidabilità delle reti della ricerca, le sue performance in termini larghezza di banda e il gran numero di istituzioni collegate, il progetto ASTRA non sarebbe stato possibile.
Il tempo di calcolo necessario per ricostruire l’epigonion è stato di circa 10 ore (reali, non teoriche) contro le 2700 stimate su singolo computer; sono stati generati per ogni nota 127 diversi campionamenti. Inoltre l’estensione è stata ampliata dalle originali 40 a 56 note: 7112 campioni, per un totale di circa 20 Gbyte.
Strimpellarlo sicuramente, per suonarlo bisogna ovviamente essere dei musicisti! Comunque, la risposta è si. Chiunque può farlo: si accede al portale web Genius Grid Portal (https:// genius.ct.infn.it) e si effettua il download dei campioni, che possono essere scaricati in un sampler. Da questo momento l’utente può suonare lo strumento ricostruito alla stregua di qualsiasi altro strumento campionato: pilotandolo ad esempio da una tastiera MIDI (collegata ovviamente al computer dove è stato effettuato il download dei campioni) o ricevendo l’input da strumenti tradizionali ai quali vengono applicati dei trigger in grado di convertire l’input audio in output MIDI. Durante l’esecuzione, il musicista ha un feeling molto naturale suonando l’epigonion, che ha il suono simile a quella di una cetra, e lo spettro del suono cambia a seconda dell’intensità del tocco, come nello strumento reale.
Il futuro è già oggi. La nostra esperienza è stata trasferita a tutte le istituzioni che partecipano ad ACHALAI, (Acción Colaborativa de recuperación musical preHispánica AncestraL Armonizando Investigación y tecnología), che in lingua quechua significa “qué lindo”, cioè che bello. Questo progetto permette il recupero degli antichi strumenti musicali della regione andina. Musicisti ed esecutori di tutto il mondo possono così riscoprire questo singolare tesoro artistico, potendo impiegare nuovamente timbri e strumenti spariti da ormai molto tempo. Il lavoro editoriale, curato dalla sezione editing di ASTRA, permette di avere in notazione moderna convenzionale tutti i brani musicali che sono recuperati tramite la ricerca in archeologia musicale e archeomusicologia. ASTRA ha dato un formidabile impulso alla costituzione in questo continente di un gruppo di ricerca dedicato alle arti che utilizza la rete della ricerca dell’America Latina RedClara quale vettore di scambio di informazioni. La cosa molto interessante è la collaborazione in rete a livello internazionale della comunità di ricercatori come archeologi, musicisti, fisici, informatici e ingegneri.
Grazie alle reti della ricerca che uniscono in maniera diretta il continente europeo con quello americano, possiamo collaborare con i ricercatori dell’America Latina e confrontarci come se fossimo in un unico laboratorio. È davvero coinvolgente poter lavorare insieme e sentire il forte entusiasmo dei ricercatori sudamericani coinvolti nel progetto: io personalmente l’ho vissuta come una vera e propria rivoluzione e ho capito che le possibilità che la rete offre alla musica sono infinite!
I partner del progetto Achalai
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GARR News n°5 - Dicembre 2011 - Tiratura: 6000 copie - Chiuso in redazione: 22 dicembre 2012
Hanno collaborato a questo numero: Claudio Allocchio, Valeria Ardizzone, Claudia Battista, Massimo Carboni, Mara Gualandi, Marco Pagani, Sabrina Tomassini, Chiara Veninata, Giancarlo Viola
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