ProvinciaWiFi è la rete wireless voluta da Provincia di Roma, che conta ad oggi oltre 800 punti di accesso distribuiti capillarmente in piazze, biblioteche, giardini pubblici, aree archeologiche e altri luoghi di ritrovo di circa 110 comuni del territorio provinciale, che permettono ai cittadini di accedere gratuitamente ad Internet.
Il progetto è il nucleo di una rete federata a cui possono interconnettersi anche reti di privati o di altre istituzioni, con l’obiettivo di condividere risorse e benefici.
Grazie alla collaborazione con GARR, oggi gli hotspot di ProvinciaWiFi annunceranno anche Eduroam, permettendo a studenti e ricercatori di tutto il mondo di aprire il laptop o altro dispositivo mobile e navigare in modo trasparente dagli spazi pubblici di Roma e provincia. “Negli scorsi mesi sono stati portati a termine con successo test estensivi sia in IPv4 che in IPv6 per garantire la piena funzionalità della soluzione” dice Claudio Allocchio, responsabile servizi applicativi del GARR “e oggi possiamo dire conclusa la fase di sperimentazione ed aprire i primi hotspot agli utenti”. Ma qual è la visione che sta alla base di ProvinciaWiFi? E quali sono le sue prospettive per il futuro? Ne abbiamo parlato con Francesco Loriga, Dirigente del SIRIT, Sistemi Informativi, Reti e Innovazione Tecnologica della Provincia di Roma ed ispiratore del progetto.
Francesco Loriga
CASPUR
Provincia di Roma Dirigente del SIRIT, Sistemi Informativi, Reti e Innovazione Tecnologica
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La filosofia di ProvinciaWiFi è di estendere la possibilità di accesso alle nuove tecnologie in maniera facile e diffusa sul territorio: una delle risposte al digital divide, dunque, non tanto a livello infrastrutturale ma soprattutto nel senso di arrivare fino al cittadino comune per diffondere una “cultura della rete”. La scommessa è stata di creare un’infrastruttura multifunzione con punti di accesso sul territorio secondo il paradigma delle smart city, con l’obiettivo di stimolare anche una ricaduta sull’economia, facilitando la creazione e l’offerta di servizi in mobilità e geolocalizzati.
Provincia di Roma ha promosso il progetto e ha scelto CASPUR come attore tecnologico per lo sviluppo. La logica è stata quella del massimo riuso, con l’idea di fare, in tutti i casi possibili, il piggybacking di infrastruttura esistente attraverso la tecnologia VPN: è anche per questo che è stato poi relativamente semplice aprire i nostri hotspot anche a Eduroam.
Ciò che ProvinciaWiFi offre è una connettività neutrale: per politica noi non facciamo filtri, né per protocollo né per sito, perché riteniamo che non sia compito nostro occuparcene. Ciò detto, in generale noi non offriamo direttamente servizi geolocalizzati, ma incoraggiamo le organizzazioni e i privati federati a farlo.
Un progetto che abbiamo promosso in collaborazione con il CATTID (Centro delle Applicazioni per la Televisione e le Tecnologie di Istruzione a Distanza) dell’Università di Roma “La Sapienza” ha realizzato delle schede in augmented reality di monumenti del Parco Regionale dell’Appia Antica, oggi disponibili gratuitamente per l’applicazione Layar per dispositivi mobili. Lo “strato” dell’applicazione, in realtà aumentata, permette, mentre si visita il parco, di ammirare le ricostruzioni dei sepolcri del I e del II secolo, della Torre del Fiscale, degli impianti termali delle ville private romane e della Roma pontificia e dei maestosi acquedotti presenti nel Parco. L’utente può ripercorrere lo scorrere dei secoli lungo la Regina Viarum e i suoi dintorni, oltre che visualizzare gli approfondimenti e le immagini storiche in corrispondenza dei punti di interesse.
ProvinciaWiFi è finanziata su fondi interni della Provincia. Con circa 2 milioni di euro siamo riusciti a realizzare sviluppo, installazioni e coprire 3 anni di esercizio includendo in questa voce tutte le attività legate al progetto, dall’helpdesk alla comunicazione. Molti dei costi compresi in questa cifra sono una tantum, legati allo sviluppo e al roll-out iniziale dell’infrastruttura: quindi ora i costi marginali per nuovi hotspot installati e connessi in rete sono trascurabili, se non inesistenti (per gli hotspot privati), eccettuati i casi di installazioni “speciali”, ad esempio in cima a un palo in un’area archeologica, che possono costare circa 1.000 euro per singolo hotspot, per i quali si procede solo nel caso di luoghi strategici.
Le difficoltà maggiori sono di natura burocratica: basti pensare che per ogni hotspot serve fare una Dichiarazione di Inizio Attività che, oltre a rallentare notevolmente il processo di installazione, costa 52 euro di bolli per ciascun hotspot!!!. Un altro problema era l’incerta interpretazione del decreto Pisanu, oggi non più in vigore.
All’inizio del progetto il Presidente ha chiesto ai 19 Presidenti di municipio di Roma di indicarci i luoghi candidati a diventare hotspot. Su queste indicazioni abbiamo compiuto degli studi di fattibilità e installato dove possibile.
I punti di accesso che collochiamo direttamente si trovano in piazze, giardini pubblici, aree archeologiche e altri luoghi pubblici. A questi vanno aggiunte le realtà istituzionali federate, quali biblioteche, università, centri sociali, centri sportivi e ricreativi, che condividono la loro connessione di rete: in questo caso, la Provincia si fa carico dell’installazione dell’hotspot. Il modello è inoltre estensibile ai privati: associazioni, locali ed esercizi pubblici, palestre, etc possono aderire, installando un hotspot secondo le nostre specifiche tecniche. Così, circa 200 dei punti di accesso della rete attuale non sono costati un centesimo alla Provincia, mentre i privati possono offrire un servizio altrimenti assai oneroso: l’attuale normativa non permette infatti di fornire un servizio di accesso pubblico senza gestire il traffico generato, cosa di cui in questo caso si prende carico la Provincia. Ancor oggi ascoltiamo molto le richieste di istituzioni, associazioni e cittadini che ci suggeriscono luoghi e punti di interesse per un hotspot.
Non solo il nostro modello è esportabile ed è già stato esportato in una decina di altre amministrazioni provinciali, comunali e regionali, ma ci teniamo molto che lo sia e ci stiamo adoperando a tal fine in Italia e non solo! A chi volesse adottarlo, suggerirei di usare la parte tecnologica OpenWISP, che sta oggi partendo come progetto open source a sé.
Insieme a Regione Autonoma Sardegna e Comune di Venezia abbiamo creato il progetto “FreeItaliaWiFi”, rivolto alle pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di realizzare la prima rete federata nazionale di accesso gratuito ad Internet senza fili. Si tratta di una sorta di eduroam delle pubbliche amministrazioni, infatti i cittadini possono utilizzare le proprie credenziali non solo nelle aree WiFi pubbliche della propria città, ma anche sulle reti delle altre amministrazioni che hanno aderito. Ad oggi fanno parte della rete 25 amministrazioni, 14 già integrate, alcune delle quali stanno ancora realizzando la loro rete. Quasi tutte stanno utilizzando OpenWISP.
GARR era al corrente della nostra iniziativa e ce l’ha proposto. Noi all’epoca non conoscevamo la rete nazionale dell’università e della ricerca, ma ci è sembrata una buona idea. E ci siamo messi al lavoro.
L’ accesso alla rete è oggi un bene fondamentale, c’è chi lo considera un nuovo diritto umano. Offrire accesso gratuito e distribuito alla rete in modo trasparente a studenti e ricercatori non è che una naturale estensione della nostra missione: promuovere il territorio a livello culturale, turistico e anche scientifico. Inoltre speriamo che studenti e ricercatori che vengono a Roma vadano in giro per l’Europa a riferire quant’è bello OpenWISP, e che altri lo vogliano adottare: nei nostri progetti per il futuro, FreeItaliaWiFi è solo l’inizio!
Per il momento solo una piccola parte degli hotspot annuncia Eduroam, tra cui quelli strategici di Colonna Traiana, Domus Romane di Palazzo Valentini, Accademia di San Luca, Chiostro del Bramante e Scuola di Cinema. Da oggi in poi, tutti i nuovi hotspot situati in luoghi di valore turistico e culturale, ma anche nei pressi di università e centri di ricerca, nasceranno già con Eduroam. Per quanto riguarda gli hotspot esistenti, bisogna valutare se è possibile operare su di essi da remoto oppure no: per il tipo più vecchio è necessario farlo manualmente, quindi in questi casi il servizio sarà attivato solo per hotspot davvero strategici.
Gli hotspot utilizzati possono annunciare più SSID, così oltre a Provincia- WiFi possiamo “ospitare” Atenei di Roma (la rete delle università romane, una specie di “eduroam” in piccolo) e appunto Eduroam. La cosa interessante tecnicamente è che i protocolli usati da ciascun SSID possono anche essere differenti, ad esempio eduroam usa lo standard 802.1x, mentre ProvinciaWi- Fi e Atenei di Roma 802.11/b/g/n.
Molto positiva, anzi, i colleghi di GARR sono stati talmente attivi che si faceva fatica a stargli dietro!
Per maggiori informazioni: www.provincia.roma.it/wifi, www.openwisp.org
CASPUR è un Consorzio Interuniversitario con sedi a Roma e Bari. Ospita e gestisce la rete WiFi della Provincia di Roma. Il successo del progetto ha fatto sì che, ad oggi, altre 10 PA abbiano scelto CASPUR per le loro Reti WiFi gratuite a servizio del cittadino. Tra queste: Regione Sardegna, Comune di Genova, Comune di Torino, per un totale di circa 1500 access point installati e 200.000 utenti registrati. Il progetto “Eduroam su Provincia di Roma” si basa sul progetto open source OpenWisp, sviluppato da CASPUR con il contributo finanziario e progettuale della Provincia di Roma. Il profilo centralizzato della soluzione CASPUR permetterebbe di estendere l’annuncio di EDUROAM anche alle altre PA in modo semplice, veloce ed a costi praticamente nulli.
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GARR News è edito da Consortium GARR, la rete italiana dell'università e della ricerca
GARR News n°6 - Maggio 2012 - Tiratura: 6000 copie - Chiuso in redazione: 3 Maggio 2012
Hanno collaborato a questo numero: Claudio Allocchio, Tim Boundy, Massimo Carboni, Mara Gualandi, Michele Linciano, Luca Mainetti, Maria Laura Mantovani, Angela Re
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