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Horizon Europe, già si parla di FP10

| Marco Falzetti | internazionale
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Un aggiornamento su Horizon Europe

di Marco Falzetti, Direttore APRE

È passato oramai più di un anno dall’insediamento del nuovo DG della Direzione Ricerca e Innovazione della Commissione Europea, Marc Lemaitre, che ha sostituito l’istrionico Jean-Eric Paquet volato in Giappone alla fine dello scorso anno come capo della delegazione della Commissione Europea, ma tale insediamento è ancora lontano dal considerarsi concluso.

Una serie di forti primi segnali di riorganizzazione si sono visti nella prima metà dell’anno, e sebbene fosse previsto che solo nella seconda metà dell’anno si sarebbe completato il processo di riorganizzazione della DG RTD, restano ancora molti aspetti da risolvere prima che si palesino pienamente le visioni e gli approcci del nuovo DG.

A questo va aggiunto che le dimissioni della Commissaria Mariya Gabriel, tornata in patria per impegni di governo, e la recente nomina della nuova Commissaria per l’Innovazione, Ricerca, Cultura, Educazione e Gioventù, Iliana Ivanova, contribuiscono a rendere questo un momento di riorganizzazione e riallineamento per i vertici della Commissione responsabili per Horizon Europe.

In attesa che i nuovi vertici della DG RTD si insedino definitivamente nel loro ruolo e indichino le nuove rotte, non si può dimenticare l’approssimarsi della fine del mandato della Commissione von der Leyen per l’imminenza delle votazioni della prossima legislatura del Parlamento Europeo che uscirà dalle urne a maggio prossimo. Anche questo aspetto pesa come elemento di forte incertezza e limitazione dell’operato della Commissione in questa fine 2023 e nel prossimo 2024.

Un periodo quindi di transizione fortemente condizionato da un radicale momento di riassetto, ma anche e soprattutto, dalla importante fase di passaggio e riflessione legata al midterm di Horizon Europe, che dovrebbe portare ad una valutazione dei primi anni di HE, capace di evidenziare eventuali azioni di miglioramento da mettere in essere nella seconda metà del programma. Ovviamente, più che di radicali cambiamenti si tratterà di aggiustamenti di rotta compatibili con l’attuale impianto legislativo di HE, che certamente non vuole essere, e non sarà, messo in discussione in questa fase.

Se l’attuale governance della DG RTD della Commissione Europea avrà certamente pieno controllo sull’attuale esercizio di MidTerm, più complicato è immaginare ora quanto questa saprà o potrà incidere sull’indirizzamento dei lavori del nuovo Gruppo Lamy2, che sarà chiamato a gettare le basi del ragionamento del futuro programma quadro (FP10). Il gruppo è stato costituito sulla falsa riga di quanto fu fatto tra il 2016 e 2017 dal gruppo di esperti che l’allora Commissario alla Ricerca e Innovazione Carlos Moedas creò in vista dell’avvio della preparazione di Horizon Europe. L’allora gruppo, coordinato da Pascal Lamy, definì le basi sulle quali si costruì il nuovo programma, e tra altro introdusse il concetto di un programma basato su un approccio a Missione, recependo le teorie della Prof.ssa Mariana Mazzucato che tanto affascinavano il Commissario Moedas.

Il Gruppo Lamy2 è stato appena nominato e affidato alla presidenza di Manuel Heitor, un professore di ingegneria con una specchiata carriera accademica alle spalle e un’esperienza di alto profilo in qualità di Ministro per la scienza, tecnologia e educazione in Portogallo. Nell’attuale gruppo è presente anche la Prof.ssa Maria Chiara Carrozza, attuale Presidente del CNR ed ex ministro dell’allora MIUR, che con la sua presenza include finalmente tra i quindici membri del gruppo una personalità di nazionalità italiana, correggendo l’anomalia dell’assenza di italiani nel vecchio Gruppo Lamy.

Se i tempi di avvio di questo gruppo sono già nel nostro presente, il suo arco temporale è molto più ampio e scavalla decisamente il momento dell’elezione del nuovo Parlamento europeo, con la conseguenza di avere una nuova Commissione che potrebbe anche rimettere profondamente in gioco alcune delle scelte che potrebbero essere fatte oggi.

I primi mesi del prossimo anno dovrebbero bastare per capire se dobbiamo prepararci ad un lungo periodo di transizione e attesa, o se l’attuale vertice farà di tutto per accelerare alcuni importanti prossimi processi, pur in una finestra temporale comunque limitata. Lo scioglimento delle riserve sulla data e sui contenuti dei prossimi R&D Days nel marzo prossimo, ci dice che ci sono i margini per la Commissaria Ivanova di tentare almeno di gettare le basi per la discussione sul prossimo programma quadro, avvalorato appunto anche dal lancio ufficiale del nuovo Gruppo Lamy2 che potrebbe portare ad un’accelerazione dei lavori dello stesso e fornire, se non posizioni definitive, ma almeno indicazioni di massima che potrebbero essere fatte proprie dalla Commissaria prima dell’arrivo della nuova Commissione che auspicabilmente dovrebbe essere pienamente operativa dalla fine del 2024.

Sul fronte APRE, alcune considerazioni possono essere portate all’attenzione come emerso nel contesto della Conferenza Annuale APRE che quest’anno si è svolta dal 14 al 17 novembre.

Dal punto di vista generale la conferenza non si è discostata molto dalla passata edizione. Una parte in presenza su invito e una parte in remoto aperta al grande pubblico articolata sui principali format ormai consolidati del APREspace, APREdialogue, APREbrief. La conferenza è stata occasione per fare la conoscenza del nuovo direttore generale della Direzione Generale Ricerca della Commissione Europea, Marc Lemaitre, per la prima volta in Italia nella sua nuova veste ufficiale e attraverso di lui abbiamo cercato di comprendere come stia riorganizzando e impostando il lavoro della sua direzione ma soprattutto comprendere le sue idee sul futuro di Horizon Europe e del nuovo programma. Su entrambi questi fronti, il passaggio in conferenza non è stato certamente risolutivo e ha confermato che “lavori in corso” è il termine che ancora rende meglio l’idea di quanto sta avvenendo.

Restando sulla conferenza APRE, vale la pena di ribadire che nonostante non ci sia stato un vero e proprio fil rouge ufficiale nell’edizione di quest’anno, la valutazione e transizione tra la prima e seconda parte di Horizon Europe, lo è stato di fatto. Se la discussione del giorno di apertura della conferenza sul documento di MidTerm, che l’APRE ha sviluppato attraverso l’attività di un gruppo di esperti appositamente investiti di questo compito, individua idealmente la massima sintesi dell’azione APRE sul MidTerm, nei successivi giorni di conferenza si è tornati ancora a discutere di evoluzioni e cambiamenti ma declinandoli con più attenzione in termini di specifici aspetti del programma.

Ovviamente, non è certo questo il luogo per elencarli tutti e vi rimando al sito della Conferenza per tutti gli approfondimenti del caso. Mi soffermo però come elemento esemplificativo su uno dei tanti, l’APREspace sui Partenariati, quale momento dedicato a discutere sulle principali problematiche e criticità sull’attuale impianto e andamento dei Partenariati e ragionare insieme sulle prossime azioni che su questa tema intenderemo affrontare come parte del più vasto Progetto Partenariati di APRE.

Questo, come gran parte di tutti i momenti di conferenza, è stato concepito e organizzato avendo in mente tre obiettivi fondamentali: promuovere e condividere conoscenza con gli stakeholder su quello specifico tema, fare emergere ed intercettare le loro istanze/problematiche, e individuare le possibili azioni da mettere in essere nel contesto APRE per rispondere alle esigenze espresse. La Conferenza quindi non solo come momento di trasferimento di un valore da APRE al nostro pubblico, ma anche come un ulteriore momento di confronto, tra tanti altri, che ci permetta di ascoltare, recepire ed elaborare quello che la nostra comunità nazionale ha da dire su Horizon.

La Conferenza APRE quindi, come momento di contributo ad una generale fase di riflessione su Horizon, che vedrà nel 2024 una sua sintesi nelle conclusioni dell’esercizio di MidTerm della Commissione e un suo rilancio programmatico attraverso la definizione della pianificazione strategica 2025-2027, che ridefinirà le linee di indirizzo e l’azione degli ultimi tre anni di Horizon Europe, ma anche una prima discussione verso il futuro FP10.

In questo contesto, APRE continuerà l’attività di promozione e valorizzazione a livello nazionale ed europeo di quanto sin qui elaborato con il rapporto di MidTerm, ma si proietta anche oltre, in un approccio strutturale verso la discussione di FP10. Lo stesso Gruppo di Esperti che ha elaborato il rapporto di MidTerm di Horizon Europe, non ha infatti esaurito il suo compito, ma sarà chiamato a continuare il suo lavoro con l’obiettivo di elaborare un documento che individui la visione di APRE rispetto al futuro programma quadro che ci accompagnerà, presumibilmente, nel periodo 2027-32.

Ripartiamo quindi dalle parole di Alessandro Damiani, presidente APRE, che in conclusione della sua apertura della conferenza di novembre, ha idealmente lanciato il dialogo sul nuovo FP10 auspicando un programma quadro di ricerca e innovazione che si reinterpreti su otto parole: ambizioso, ricco, lungimirante, chiaro, equilibrato, accessibile, efficace e flessibile.

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