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Horizon 2020 è qui
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| Diassina Di Maggio | internazionale
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L'Europa investe sull'innovazione per una crescita intelligente e sostenibile

Dal 2008 gli stati europei sono stati coinvolti in una crisi economica mondiale, trovandosi ad affrontare nuove sfide sociali. L’Unione Europea ha, inoltre, perso negli anni competitività, mentre paesi come il Brasile, la Cina e la Corea del Sud hanno sviluppato un tasso di crescita e di innovazione annuale decisamente più elevato.

Diassina Di Maggio
Diassina Di Maggio
APRE - Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea
Direttore
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Da queste constatazioni deriva che, per un incremento della competitività a livello globale, ricerca e innovazione diventano elementi fondamentali della strategia dell’UE. Inoltre, generando progressi scientifici e tecnologici, rappresentano i nodi cruciali per lo sviluppo sociale dell’Europa. La strategia decennale adottata nel 2010, chiamata Europa 2020, è la manifestazione di questa volontà di riemergere dalla crisi, ma anche di puntare su una nuova crescita europea che sia intelligente, sostenibile e inclusiva, quindi innovativa. A tal fine è stata lanciata Innovation Union, iniziativa faro che promuove l’innovazione e che si pone come obiettivi principali la riduzione della frammentazione che caratterizza la conoscenza a livello europeo, il raggiungimento della coesione sociale e territoriale e il trasferimento di idee vicine al mercato. Lo strumento più importante dell’Innovation Union è Horizon 2020, il nuovo Programma Quadro per la Ricerca e l’Innovazione per il periodo 2014-2020, che fonderà al suo interno: i Programmi Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico (FP7), per la Competitività e l’Innovazione (CIP) e l’Istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia (EIT). Il nuovo Programma Quadro non si limita a supportare la ricerca, ma intende sostenere l’intero processo che porta dall’idea fino al mercato.

Horizon 2020 non si limiterà a supportare la ricerca, ma intende sostenere l’intero processo dall’idea fino al mercato

Horizon 2020 sarà diviso in tre pilastri principali strettamente interconnessi tra loro: Excellent Science, con la quale si ha l’obiettivo di elevare il livello di eccellenza della base scientifica europea e che garantirà una produzione costante di ricerca di livello mondiale; Industrial Leadership, che intende fare dell’Europa un luogo più attraente per investire nella ricerca e nell’innovazione anche attraverso la promozione di attività strutturate dalle aziende; Societal Challenges, con un approccio che riunirà risorse e conoscenze provenienti da una molteplicità di settori, tecnologie e discipline, fra cui le scienze sociali e umanistiche, per affrontare le grandi preoccupazioni condivise dai cittadini europei e di altri Paesi. Fondamentale sarà il sostegno dato alla partecipazione delle Piccole e Medie Imprese (PMI), grazie all’introduzione di un nuovo strumento finanziario ad hoc che permetterà un sostegno lungo tutto il processo di produzione che porta dall’analisi di fattibilità all’immissione sul mercato, passando per le fasi di testing e collaudo, sino alla commercializzazione. Horizon 2020 è stato lanciato l’11 dicembre 2013 con un Programma Strategico triennale (2014-2016) che presenta le “focus areas” su cui ci si concentrerà per i primi tre anni di programmazione, e con un Programma di lavoro biennale (2014-2015).

Con la nuova programmazione è previsto un unico portale online, il Participant Portal, sul quale sarà possibile consultare tutti i documenti legati al Programma, tenere sotto controllo i nuovi bandi e svolgere tutte le funzioni utili per presentare e seguire i propri progetti e la loro evoluzione. APRE organizza per conto del MIUR e con la partecipazione dei funzionari della Commissione, le giornate nazionali di lancio dei bandi 2014-2015 per le singole tematiche del nuovo Programma Quadro.
Il primo evento è stato dedicato ai bandi ICT; si sono succedute, lo scorso novembre, le presentazioni dei primi bandi dei temi “nanotecnologie, materiali avanzati, biotecnologie, fabbricazione e trasformazione avanzate” e “salute”. Obiettivo delle giornate informative è presentare gli argomenti di ricerca del nuovo piano di lavoro e di illustrare le novità in merito alle regole di partecipazione. Come già nel 7° Programma Quadro, l’APRE ospiterà tutti i National Contact Point del Programma 2014-2020. Si tratta di figure operative che forniscono le informazioni e l’assistenza ai potenziali partecipanti ai Programmi Quadro europei al fine di garantire la trasparenza e le pari opportunità di accesso ai finanziamenti che Horizon 2020 dovrà distribuire. La missione di APRE, infatti, è sostenere la partecipazione italiana ai programmi di ricerca promossi dalla Commissione Europea, offrendo servizi di formazione, informazione ed assistenza a coloro che desiderano proporre progetti di ricerca o iniziative di cooperazione internazionale nell’ambito dei programmi di ricerca europei. Per quel che riguarda le percentuali di finanziamento da parte della Commissione, sono previste alcune novità.

Si tratta di uno stanziamento senza precedenti che mette la ricerca al centro dell’agenda europea

Sarà infatti finanziato il 100% dei costi ammissibili per i progetti di ricerca a tutti i soggetti partecipanti. Per quanto riguarda le innovation actions invece la percentuale di finanziamento sarà del 70% (fanno eccezione quelle organizzazioni che per statuto risultino no profit, finanziate al 100%). Diversamente rispetto al passato, i costi indiretti rimborsabili verranno fissati al 25% per tutti, rispetto al totale dei costi diretti (escludendo i costi di subcontratti e delle parti terze). Il Parlamento europeo ha approvato un budget di 70,2 miliardi di euro “Si tratta di uno stanziamento senza precedenti che mette la ricerca al centro dell’agenda europea” ha commentato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza. “Se a questo aggiungiamo che almeno la metà dei fondi strutturali e d’investimento europei deve essere dedicata alla ricerca, l’orizzonte diventa davvero sfidante”. L’aumento che si è avuto rispetto al budget del precedente Programma Quadro (che era di 53,2 miliardi) segna una netta presa di posizione da parte dell’UE che desidera puntare sull’innovazione e la ricerca, in quanto rappresentano il futuro dell’Europa. Nelle prossime settimane, Horizon 2020 dovrà essere formalmente adottato dai Paesi membri. Il nuovo programma partirà dal 1 gennaio 2014. Per meglio comprendere i meccanismi di partecipazione e delle regole finanziarie, APRE organizza periodicamente dei corsi di formazione, tenuti da esperti altamente qualificati, che si avvalgono della più che ventennale esperienza acquisita da APRE attraverso il supporto offerto alla comunità scientifica e industriale italiana oltre alla partecipazione ai progetti comunitari finanziati in tutte le priorità del Programma Quadro

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Italia e 7°Programma Quadro, un’opportunità sfruttata? Tirando le somme sulla partecipazione italiana a FP7

Il Settimo Programma Quadro (7PQ) è stato il più importante strumento europeo a sostegno della ricerca scientifica e tecnologica. Iniziato nel 2007, si avvia ormai alla conclusione. Il Programma era strutturato in quattro grandi obiettivi che corrispondono ai quattro programmi specifici principali: “Cooperazione”, “Idee”, “Persone” e “Capacità” con un budget complessivo di oltre 50 miliardi di euro. Ad agosto 2013, la Commissione Europea ha pubblicato il sesto rapporto sul monitoraggio della partecipazione al Programma, dal quale emergono indicazioni e dati relativi ai singoli Stati membri dell’UE, tra cui l’Italia. Ed è proprio su quest’ultima che vogliamo concentrare la nostra attenzione e trarre alcuni interessanti spunti di riflessione.

  • PARTECIPAZIONE E SUCCESSO :: Un dato che emerge dal rapporto riguarda il numero di enti partecipanti ai bandi con proposte valutate positivamente e che risultano quindi essere sopra la soglia di valutazione. I partecipanti italiani sono stati 9.111 nel periodo 2007-2012, inferiori solamente a Germania (13.845), Regno Unito (13.559) e Francia (9.678). Il tasso di successo relativo a questa partecipazione è però del 18,2%, valore che posiziona l’Italia nella seconda metà della classifica e si discosta dalla media europea (21,7%) di oltre tre punti percentuali. La richiesta di finanziamento alla Commissione Europea è stata di 2.778 milioni di euro. Il tasso di successo corrispondente è stato del 15%, inferiore anche questa volta rispetto alla media europea dove in media il tasso di successo è del 19%.
  • FINANZIAMENTI :: La ripartizione dei finanziamenti provenienti dal 7PQ non è omogenea su tutto il territorio nazionale. Il Lazio è la regione con più finanziamenti europei seguita a poca distanza dalla Lombardia. Tra le municipalità, Roma si colloca al primo posto con 2.348 presenze e oltre 700 milioni di contributo, seguita da Milano (1.335 presenze) e Torino (710 presenze). Questo dato deriva principalmente dal fatto che le attività di alcuni grandi centri di ricerca pubblici sono imputate geograficamente alla sede centrale di Roma.
  • PARTECIPANTI :: Gli enti che hanno partecipato al Programma sono centri di ricerca pubblici e privati, università, PMI, grandi aziende ed enti pubblici. Il centro di ricerca con la partecipazione più elevata è il CNR, che si colloca al 3°posto tra tutti i centri di ricerca in Europa, con 556 presenze. Secondo, tra gli italiani, il Centro Ricerche FIAT SCPA, al 18°posto con 149 partecipazioni. Tra le grandi aziende coinvolte la D’Appolonia Spa, importante realtà italiana specializzata nella fornitura di servizi di consulenza ingegneristica, è al quinto posto con 89 partecipazioni, seguita dalla STMicroelectronics Srl, società globale indipendente di semiconduttori, decima. Per quanto riguarda le PMI, la prima italiana è Labor Srl, laboratorio di ricerca industriale per la progettazione di prodotti e processi innovativi, che è sesta con 27 presenze.
  • PRESENZA FEMMINILE :: Circa la partecipazione femminile, i dati evidenziano che le persone di riferimento per progetti a coordinamento italiano sono per il 40% donne, mentre per progetti a partecipazione italiana sono circa il 35%. Questi dati posizionano l’Italia a metà classifica, in linea con la media europea. Ai primi posti Lituania e Romania con il 60% di donne come referenti di progetti a coordinamento.
  • BILANCIO E PROSPETTIVE :: I risultati ottenuti dal nostro Paese evidenziano una sostanziale tenuta del sistema nonostante una più serrata competizione europea rispetto al passato. Molto spesso infatti i problemi che si incontrano sono strutturali al nostro Paese. La disponibilità di finanziamenti per la ricerca nazionale, ad esempio, che negli altri paesi europei sono utilizzati in modo complementare ai Programmi quadro di ricerca, sono scarsi. Spesso si ha difficoltà a reperire risorse per partecipare a programmi cofinanziati dall’UE. Sicuramente il tasso di successo delle proposte italiane è un dato che deve far riflettere. La differenza tra le proposte presentate e quelle negoziate è un numero decisamente troppo elevato. Una semplificazione nelle procedure, una miglior comunicazione all’interno del consorzio potrebbero essere un primo passo per aumentare l’efficacia delle nostre proposte. Ed è proprio su questo tema che il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza ha recentemente avuto occasione di dichiarare: “L’Italia deve porsi un obiettivo ambizioso: riuscire ad ottenere una quota dei finanziamenti almeno pari al contributo finanziario italiano al programma, cosa che purtroppo non è avvenuta nel 7° Programma Quadro. Un obiettivo difficile, ma possibile attraverso la presenza continua, proattiva ed informata delle nostre rappresentanze, il sostegno deciso e convinto dell’intero sistema nazionale della ricerca e dell’innovazione e, naturalmente, quello della politica”.
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