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Sulle orme della cultura in rete

Sulle orme della cultura in rete

| Rossella Caffo, Marzia Piccininno | caffè scientifico
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I principali progetti per la digitalizzazione del patrimonio culturale in Italia e in Europa

foto di Rossella Caffo

Rossella Caffo, Ministero per i Beni e delle Attività Culturali
Direttore ICCU
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Le risorse provenienti dai progetti di digitalizzazione del patrimonio culturale che sono stati intrapresi da musei, biblioteche, archivi, istituti di ricerca e di formazione italiani ed europei, per essere fruite al meglio necessitano di essere indicizzate, organizzate ed essere raggiungibili da punti di accesso integrati e multilingue. È di questo che si sono occupati e si occupano Minerva, MICHAEL, CulturaItalia e Europeana, i principali progetti sulla digitalizzazione del patrimonio culturale in Italia e in Europa.

foto di Marzia Piccininno

Marzia Piccininno Ministero per i Beni e delle Attività Culturali Progetto ATHENA - ICCU Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il Ministero italiano per i Beni e le Attività Culturali ha svolto un importante ruolo nella digitalizzazione a livello europeo coordinando i progetti Minerva, MICHAEL e CulturaItalia. Minerva ha riunito i ministeri della cultura europei e ha prodotto raccomandazioni e linee guida per la digitalizzazione, MICHAEL ha generato la mappatura di tutto quello che era già disponibile in formato digitale online e offline ed infine CulturaItalia e Europeana hanno realizzato i portali che forniscono l’accesso al patrimonio culturale digitalizzato.

Minerva

Minerva è la rete che ha riunito i ministeri della cultura europei sotto la guida di quello italiano per tutto ciò che concerne la digitalizzazione in ambito culturale ed è un punto di riferimento europeo e nazionale per la digitalizzazione.

Il progetto Minerva si è sviluppato in tre fasi tra il 2002 e il 2008 e ha visto il coinvolgimento di 29 paesi, anche fuori dall’Unione Europea come Russia e Israele.

L’ obiettivo principale di Minerva è stato quello di armonizzare la digitalizzazione dei contenuti culturali a livello europeo per evitare la frammentazione e la duplicazione degli sforzi, rendere possibile l’accesso a lungo termine della memoria digitale e promuovere la qualità del web.

Come risultato, Minerva ha prodotto una serie di raccomandazioni e linee guida condivise a livello europeo sulla gestione dei progetti di digitalizzazione, sull’interoperabilità, qualità, accessibilità ed usabilità delle risorse, sul diritto di proprietà intellettuale, sui repertori delle risorse digitalizzate, sul multilinguismo, sulle buone pratiche e centri di competenza. Tutto questo materiale è consultabile e scaricabile dal sito web del progetto

MICHAEL

MICHAEL è il progetto coordinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che ha censito le collezioni culturali digitali europee online (accesso dal web) e offline (su supporto dvd, cd-rom e altro) di 19 paesi. Il progetto si è concluso e le basi di dati sono disponibili e aggiornate. Con il suo servizio multilingue, MICHAEL ci fa vedere cos’è stato realizzato a livello di digitalizzazione in Europa grazie ad un catalogo a copertura europea di collezioni digitali e fisiche afferenti a ciascun settore del patrimonio culturale.

MICHAEL si basa sull’adozione di standard internazionali tecnici e descrittivi condivisi che consentono la massima interoperabilità dei rispettivi portali nazionali promuovendo la fruizione del patrimonio culturale europeo.

La banca dati MICHAEL è consultabile anche tramite CulturaItalia.

CulturaItalia

CulturaItalia è il portale nazionale, che propone un accesso guidato al mondo della cultura italiana in rete, raccogliendo ed organizzando milioni di informazioni e link alle risorse che compongono il ricco universo culturale del paese.

Si tratta di un sistema aperto in continua evoluzione, che cresce e si sviluppa di pari passo con le nuove informazioni fornite dalle istituzioni culturali che man mano vi aderiscono.

Coordinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, CulturaItalia è un’iniziativa strutturata sulla base di una vasta collaborazione istituzionale con le Regioni, le Università, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione. Hanno inoltre aderito all’iniziativa enti e istituzioni culturali di ogni settore e di ogni livello: pubblico e privato, locale, regionale e nazionale.

Le risorse digitali non risiedono direttamente sul portale CulturaItalia, ma sono fornite dai soggetti che le posseggono e le gestiscono. Si tratta di informazioni che CulturaItalia raccoglie, indicizza e organizza mettendole a disposizione del pubblico. L’ utente in questo modo può interrogare un vasto gruppo di banche dati con un’unica ricerca, senza il bisogno di conoscere in anticipo quale archivio può contenere le informazioni di cui ha bisogno.

Europeana

Europeana è il portale europeo per la consultazione dei materiali digitali depositati in biblioteche, musei e archivi, meglio conosciuto come la biblioteca digitale europea. Europeana riunisce i collegamenti ai contributi digitalizzati di pubblico dominio appartenenti alle istituzioni culturali dei paesi membri dell’Unione Europea in 23 lingue. A differenza di una biblioteca digitale vera e propria, Europeana non raccoglie contenuti digitali ma solo i metadati che li descrivono, rimandando con un link esterno al sito dell’istituzione che mette a disposizione quel preciso contenuto.

Europeana e CulturaItalia utilizzano standard comuni. Il portale italiano ha già contribuito all’incremento dei contenuti di Europeana inviando un primo nucleo di 50.000 dati; la fornitura di altri dati è prevista nei primi mesi del 2010.

Gli ostacoli alla diffusione del patrimonio culturale online

Nonostante numerose iniziative e un quadro normativo europeo piuttosto sviluppato, sono ancora molti i problemi che gli Stati dell’Unione devono risolvere affinché l’accesso in linea al patrimonio sia effettivamente libero e ampiamente diffuso.

  • Il multilinguismo è il primo scoglio da superare poiché l’informazione culturale è generalmente prodotta nella lingua madre. Probabilmente finora non si è investito a sufficienza su questo argomento e gli strumenti a disposizione appaiono inadeguati.
  • Il copyright e il diritto di proprietà intellettuale costituiscono un’altra grande barriera alla diffusione libera dei contenuti. Armonizzare le normative europee dovrebbe essere il primo passo per evitare che tra uno stato e l’altro ci siano divari eccessivi. Un confronto con la normativa statunitense è altresì auspicabile. Dal canto loro gli Stati membri, che hanno il dovere di dare impulso a ogni azione che promuove l’accesso libero alla conoscenza, potrebbero favorire l’uso di licenze che garantiscano la libera circolazione di contenuti e idee (ad esempio, le licenze Creative Commons).
  • La conservazione sul lungo periodo delle risorse digitali (preservation) ha un impatto significativo sugli investimenti effettuati dalle istituzioni culturali che digitalizzano. Preservare significa disporre di strutture per l’archiviazione di enormi masse di contenuti e assicurarne la fruibilità con il cambiare dei supporti tecnologici. Fondi e strumenti sono ancora scarsi a livello europeo.
  • La sostenibilità delle risorse digitali e dei servizi di accesso ha una doppia valenza: tecnica ma soprattutto finanziaria. Se, infatti, le iniziative istituzionali di accesso in rete ai dati culturali digitalizzati (portali della cultura e sistemi informativi) non sono inserite nelle strategie nazionali e, quindi, non sono stabilmente finanziate, non si potrà garantire l’accesso in rete alla cultura sul lungo periodo. Questo è un problema che accomuna molti Stati europei.
  • La formazione. Questo punto può sembrare secondario ma non lo è affatto. Le esperienze di Minerva a livello europeo e di CulturaItalia a livello nazionale hanno evidenziato come siano diffuse la mancanza di catalogazione del patrimonio culturale, l’uso di standard per l’interoperabilità e, talvolta, la scarsa consapevolezza dell’importanza dei metadati; queste lacune portano alla produzione di contenuti digitali di scarsa qualità e di difficile fruizione.
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