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Immersione totale nella scienza
credits: MUSE, foto di Michele Purin

Immersione totale nella scienza

| Sara Di Giorgio | caffè scientifico
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Al MUSE di Trento il pubblico in prima linea anche grazie alla rete

Foto di Michele Lanzinger - credits: MUSE
credits: MUSE

Michele Lanzinger è direttore del MUSE dal 2013

Il MUSE è il museo delle scienze di Trento che dal 2013 si trova in un edificio all’interno del quartiere residenziale Le Albere, strutture entrambe progettate da Renzo Piano.

Gli allestimenti e i percorsi espositivi, sono stati pensati e sviluppati in maniera interattiva e immersiva, con un invito esplicito al pubblico a compiere tre azioni fondamentali: visita, esplora, impara e partecipa. Queste azioni si riflettono nel sito web, che mette a disposizione tanti contenuti e applicazioni innovative per comunicare e rendere partecipe il pubblico delle attività del museo.

Rete e connettività sono parte fondamentale per lo sviluppo dei progetti digitali del MUSE. Ne parliamo con il Direttore Michele Lanzinger.

Come è nata l’idea di aderire alla rete GARR?

II MUSE affonda le sue radici nel vecchio Museo Tridentino di Scienze Naturali, un piccolo museo di stampo tradizionale situato nel centro storico di Trento a due passi dal Duomo. Già nella sede precedente il museo aveva sviluppato grandi capacità innovative e aveva allacciato importanti collaborazioni con altri istituti di ricerca e con l’Università di Trento. La prospettiva di aderire alla rete del GARR quindi era nell’aria da molto tempo, ma l’assenza della rete urbana in fibra ottica non aveva permesso questo sviluppo, almeno fino a quando il museo non è stato trasferito nel nuovo edificio. Con lo spostamento nella sede del MUSE, nel nuovo quartiere disegnato da Renzo Piano, in una struttura altamente innovativa anche dal punto di vista tecnologico, si è potuto procedere con il collegamento alla rete del GARR tramite una fibra di 8 km circa che unisce il museo con il PoP dell’Università di Trento.

La pandemia ha imposto nuove sfide per esplorare nuove forme di partecipazione e condivisione della cultura. Abbiamo sviluppato eventi nel digitale e creato nuove community ed attività educative online

Come si sono modificate le vostre attività in seguito al collegamento alla rete?

Inizialmente la connettività era di 100 Mbps e questo ha già permesso agli utenti l’accesso in maniera più veloce alle risorse sulla rete, rispetto alla velocità di prima che era di soli 8 Mbps. Grazie alla velocità della rete, che nel frattempo è passata ad 1 Gbps, si è avuta la possibilità di gestire in house alcuni servizi web legati alla didattica o a progetti europei. È stato inoltre possibile lo sviluppo di una rete WiFi nelle zone espositive, per consentire collegamenti fuori dagli spazi previsti, nelle aule didattiche, ma anche lo sviluppo di nuove modalità di fruizione delle informazioni nelle stesse sale espositive.

Abbiamo verificato che il MUSE utilizza a pieno la capacità disponibile: come gestite la rete?

La rete viene utilizzata in gran parte per le attività istituzionali del museo, per cui sia in ambito didattico che di ricerca e divulgativo. Anche il grande aumento di eventi che vengono proposti in fruizione diretta, via streaming, trae vantaggio dalla velocità e affidabilità della banda, così come le operazioni di caricamento di grandi quantità di contenuti video sulle pagine web e social (Youtube, lnstagram), finalmente accelerate e agevolate.

Ci sono poi gli usi ‘indiretti’ della rete, che hanno permesso l’accesso di personale esterno della comunità di ricerca alla rete WiFi mediante eduroam. Per la Notte dei ricercatori siamo arrivati a circa 300 utenti in contemporanea sulla piattaforma. L’adozione di sistemi in cloud ci ha consentito e permesso durante le emergenze COVID da un lato di poter proseguire con i lavori di ricerca e dall’altra di rispondere in maniera veloce ed efficace alle nuove modalità divulgative richieste. La rete veloce ci ha permesso anche di sviluppare in modo molto rapido lo smart working per tutto il personale.

credits: MUSE, foto di Michele Purin
credits: MUSE, foto di Michele Purin

In quali altre attività che prevedono l’uso della rete siete coinvolti?

La rete del GARR è il punto di accesso alla rete internet anche per le sedi remote del Museo delle Scienze, in particolare il Museo delle Palafitte di Ledro e il Museo Geologico di Predazzo. Anche queste sedi sviluppano laboratori didattici per poter divulgare al meglio le conoscenze di cui sono riferimenti unici nel nostro territorio.

Come si vive la sfida della digitalizzazione al MUSE? Ci sono dei progetti specifici?

A chi sono rivolti?

Le limitazioni subite negli ultimi due anni hanno stimolato il MUSE, come gli altri musei, ad interrogarsi su accessibilità e cultura, ed hanno imposto nuove sfide di gestione e di sostenibilità, ma anche, e soprattutto, nuove possibili forme di partecipazione e condivisione per la cultura, favorendo la connessione con un pubblico più ampio, nuovo e che non ha più confini geografici. Abbiamo sviluppato eventi nel digitale per il pubblico, con attenzione a target diversi. Per il mondo scolastico ad esempio: dai cicli di audio-storie alle attività in diretta di ‘MUSE in videochiamata’ per la primissima infanzia (nidi e scuole d’infanzia), fino alla creazione di una nuova community online dedicata ai docenti. Abbiamo sviluppato, in questo modo, attività educative online sincrone con collegamento in diretta dalle sale e attività asincrone sulla piattaforma MUSEeducation.

credits: MUSE, foto di Giulia Simoncelli
credits: MUSE, foto di Giulia Simoncelli

Quali competenze sono necessarie?

Sicuramente avere una conoscenza almeno di base nella gestione dell’hardware, avere competenze nella regia sia per lo sviluppo di prodotti asincroni che attività sincrone e anche expertise nella comunicazione. La stessa comunicazione deve essere più veloce e deve arrivare a un pubblico molto più eterogeneo, presente dietro lo schermo e che non si può ben definire, come nel caso di attività in presenza del pubblico.

Quali sono le prospettive di crescita con GARR?

GARR offre importanti possibilità, al di là della rete che ne costituisce l’elemento base. La possibilità di crescita e di formazione, sia da un punto di vista implementativo che gestionale per il personale IT sia per i numerosi servizi aggiuntivi messi a disposizione.

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