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Una bioeconomia per l'Europa
Una bioeconomia per l'Europa

Una bioeconomia per l'Europa

| Diassina di Maggio | internazionale

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Ricerca e innovazione per rendere l’economia europea più verde e competitiva

Lo scorso 13 febbraio l’Europa ha annunciato l’adozione di “Innovare per una economia sostenibile: una strategia per una Bioeconomia europea”, una roadmap per indirizzare l’economia europea verso un più ampio e sostenibile uso delle risorse biologiche rinnovabili per fini industriali, tutelando allo stesso tempo la biodiversità e l’ambiente.

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Diassina Di Maggio
APRE
Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea - Direttore
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Il piano si incentra su tre aspetti chiave: lo sviluppo di tecnologie e processi produttivi nuovi, il sostegno della competitività europea e lo sviluppo di mercati innovativi nei diversi settori della bioeconomia e il coinvolgimento di tutti gli stakeholder in un dialogo collaborativo con le parti politiche. Il tema della bioeconomia è stato, negli ultimi mesi, al centro del dibattito ai massimi vertici dell’Unione, per via della sua importanza cruciale per il futuro benessere e per la sopravvivenza stessa dell’Europa e del mondo intero.

Per poter far fronte al continuo aumento della popolazione mondiale, al rapido esaurimento di molte risorse, alle sempre maggiori pressioni sull’ambiente e ai cambiamenti climatici, nei prossimi anni sarà necessario cambiare radicalmente il nostro approccio nei confronti di produzione, consumo, trasformazione, stoccaggio, riciclaggio e smaltimento delle risorse biologiche. È per questa ragione che la strategia quadro Europa2020 auspica il ricorso alla ricerca e all’innovazione come volano di sviluppo della bioeconomia, in quanto elemento chiave per consentire una crescita intelligente e sostenibile in Europa e trasformare questa sfida in una opportunità di vantaggio competitivo. I progressi in questa disciplina consentiranno all’Europa di migliorare la gestione delle sue risorse biologiche rinnovabili e di aprire mercati nuovi e diversificati per prodotti alimentari e bioprodotti. La creazione di una bioeconomia europea rappresenta un grande potenziale anche in termini di creazione di posti di lavoro - altro tema di drammatica attualità in questi giorni: la Commissione stima che i finanziamenti diretti per la ricerca legata alla bioeconomia potrebbero da soli generare 130.000 posti di lavoro e 45 miliardi di euro di valore aggiunto entro il 2025.


La società europea dovrà essere più innovatrice, più efficiente sotto il profilo delle risorse, meno dipendente dai combustibili fossili, dunque, ma anche più competitiva, in grado di riconciliare la sicurezza alimentare con lo sfruttamento sostenibile delle risorse rinnovabili a fini industriali, senza rinunciare a biodiversità e protezione dell’ambiente.

Gli attori della bioeconomia sono enti di ricerca, università e industrie caratterizzati da un forte potenziale d’innovazione e interdisciplinarietà, che dovranno fare ricorso a una serie di tecnologie abilitanti, tra cui ICT e reti rivestono un ruolo particolarmente importante, anche per la necessità di conciliare il locale con il globale e di rendere accessibile la conoscenza lungo tutta la catena del valore della bioeconomia.

Per saperne di più

Sul sito APRE è possibile trovare tutte le informazioni sulle attività ed iniziative di APRE, la lista dei Soci (tra cui figura GARR) e l’elenco degli sportelli regionali.
APRE fornisce anche assistenza telefonica, dal lunedì al venerdì in orari di ufficio, e un’assistenza personalizzata su appuntamento.
www.apre.it

La nuova strategia per l’economia sostenibile pone le sue basi nel Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Scientifico e Tecnologico e si prolungherà nel nuovo Programma Quadro per la Ricerca e l’Innovazione Horizon2020.

Essa propone una maggiore coerenza tra le varie politiche e strumenti finanziari a livello europeo, e un miglior allineamento dei programmi di ricerca per l’innovazione a livello nazionale e locale, a sostegno della bioeconomia. In pratica, si tratterà di utilizzare l’intera gamma di meccanismi a livello europeo, dalle reti dello Spazio Europeo della Ricerca, alle Iniziative di Programmazione Congiunta (JPI), alle attività ERA-net, ai Partenariati Pubblico-Privato (PPP), con l’idea di costituire un PPP dedicato alla ricerca e all’innovazione nel settore delle bioindustrie, a livello europeo entro il 2013, coinvolgendo maggiormente il settore industriale e privato.

Una parte importante la giocherà anche l’Istituto Europeo dell’Innovazione e Tecnologia (EIT), attraverso la creazione di biocluster e comunità della conoscenza e dell’innovazione. Inoltre, entro la fine di quest’anno verrà creato un panel europeo che si occuperà di rafforzare le sinergie e la coerenza tra politiche, iniziative e settori economici legati a questo settore a livello dell’UE, collegandole ai meccanismi già esistenti.

Il passo successivo sarà di promuovere la creazione, entro il 2015, di piattaforme di cooperazione analoghe al livello degli Stati Membri e delle Regioni, che collaborerebbero strettamente con il panel strategico europeo, con l’obiettivo di elaborare delle Roadmap nazionali in materia di bioeconomia, attraverso la mappatura delle attività di ricerca e innovazione già esistenti, dei centri di competenza e delle infrastrutture nell’Unione europea. Per quanto riguarda l’Italia, lo scorso febbraio, APRE e la Rappresentanza della Commissione Europea a Roma hanno organizzato un incontro di lancio della strategia a livello nazionale.

All’incontro hanno preso parte i maggiori attori italiani impegnati su queste tematiche, raccontando cosa si sta già facendo nel settore della bioeconomia nel nostro Paese: ne è apparso un quadro ricco e vivace sia sotto il profilo delle attività che della concertazione. A partire dal 2006 sono infatti attive Piattaforme Tecnologiche Italiane (PTI) e gruppi di supporto a sostegno della cosiddetta “Knowledge-Based Bio-Economy” (KBBE ), in qualche modo anticipando alcuni punti della strategia europea. Molti sono i progetti in essere degli enti di ricerca, con ENEA e CNR a svolgere un ruolo trainante.

Ad esempio, il settore della bioeconomia assorbe una quota elevata dell’attività di ricerca complessiva svolta dal CNR, con 13 centri coinvolti e una ventina di commesse attive. Le attività principali includono valutazioni, monitoraggio, sviluppo di applicazioni tecnologiche (ICT, robotiche e GIS) e sviluppo di modelli predittivi.

Per maggiori informazioni:  www.apre.it

Bioeconomia in azione!

La nuova strategia dell’Europa in tema di bioeconomia è stata presentata lo scorso 26 Marzo alla conferenza internazionale “Bioeconomy in action”, organizzata a Copenhagen dalla Presidenza danese, nel contesto della strategia Europa 2020. L’evento ha riunito alti funzionari governativi, consigli di ricerca, industrie, ONG e scienziati, che hanno accolto con favore il piano d’azione, riconoscendo il grande potenziale della bioeconomia e la necessità di agire in modo coordinato al fine di sviluppare la strategia in modo uniforme e armonioso nell’Europa delle Regioni.


Una Bioeconomia per l’Europa in 12 punti

  • 1. Garantire finanziamenti adeguati alla ricerca e all’innovazione in bioeconomia da parte di UE, Stati Membri e privati 
  • 2. Adottare un approccio multidisciplinare per affrontare sfide complesse e favorire il trasferimento tecnologico 
  • 3. Promuovere la diffusione dell’innovazione nei settori della bioeconomia e creare meccanismi di feedback rispetto a regolamenti e misure strategiche 
  • 4. Preparare i nuovi professionisti, creando curricula universitari e piani di formazione professionale in bioeconomia 
  • 5. Creare una piattaforma europea di supporto politico e strategico al settore, consultando tutti gli stakeholder 
  • 6. Istituire un Osservatorio permanente sulla bioeconomia per monitorarne i progressi e l’impatto e poter aggiornare la strategia di conseguenza 
  • 7. Sostenere lo sviluppo di Roadmap regionali e nazionali coerenti in materia di bioeconomia 
  • 8. Sviluppare la cooperazione internazionale in tema di bioeconomia per affrontare insieme sfide globali come il cambiamento climatico 
  • 9. Rendere disponibili i risultati della ricerca ed utilizzarli per lo sviluppo e la valutazione delle politiche in materia di bioeconomia 
  • 10. Creare reti logistiche efficienti che coprano tutta la catena di approvvigionamento, smaltimento e riuso delle biomasse 
  • 11. Supportare la produttività sostenibile e l’espansione di nuovi mercati con norme e metodologie standardizzate di valutazione della sostenibilità e agevolare gli appalti “verdi” 
  • 12. Promuovere uno stile di vita sostenibile, informando i cittadini circa le proprietà dei prodotti in modo trasparente e utilizzando un approccio scientifico
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