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Al via GARR-X

Al via GARR-X

| Massimo Carboni | osservatorio della rete
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La nuova infrastruttura di rete in fibra ottica dell’Università e della Ricerca che porterà l’Italia al livello dei paesi più avanzati

foto di Massimo Carboni

Massimo Carboni
Responsabile tecnico della rete GARR-X

Con la pubblicazione dei bandi di gara, è partita ufficialmente la prima fase di realizzazione di GARR-X, la nuova infrastruttura nazionale di rete telematica dell’Università e della Ricerca, che si avvia a diventare la prima Next Generation Network (NGN) italiana e che porterà la rete della ricerca italiana al livello delle più evolute infrastrutture di telecomunicazioni nel mondo con capacità 40 volte maggiori dell’attuale.

Il primo bando di gara, del valore di circa 27 milioni di euro pubblicato il 10 febbraio sulla Gazzetta Ufficiale della Commissione Europea, ha avuto per oggetto il nolo, per 72 mesi, di circa 4.300 km di fibra spenta (degli oltre 10.000 km previsti dal progetto completo) e dello spazio di housing per la collocazione di apparati trasmissivi e di amplificazione DWDM di proprietà del GARR e gestiti dal GARR stesso.

Il 17 febbraio è andato in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Commissione Europea il secondo bando di gara, del valore di circa 20 milioni di euro, che ha per oggetto la fornitura in nolo, per 36 mesi, di circuiti di trasmissione dati. Entro l’autunno verranno invece pubblicati i bandi per l’acquisizione dei router IP e degli apparati trasmissivi e di amplificazione DWDM.

La prima fase di realizzazione di GARR-X

La prima fase di realizzazione di GARR-X. Sono evidenziate le tratte della dorsale che verranno realizzate nella Fase 0

Per saperne di più sulla realizzazione e sulle caratteristiche della nuova rete, abbiamo parlato con Massimo Carboni, responsabile tecnico della rete GARR-X.

Ci avviamo ora verso la stipula degli accordi quadro con gli operatori che hanno partecipato alla prima fase della gara, quella per la selezione tecnica degli operatori che collaboreranno con il GARR per l’implementazione del backbone di rete. Entro l’autunno concluderemo invece la fase di selezione economica e si procederà all’aggiudicazione finale delle tratte in fibra. Ci tengo a precisare che GARR acquisirà fibra ottica già posata dagli altri operatori, avvalendosi di ciò che già c’è, senza andare ulteriormente a “scavare” ed evitando quindi un investimento aggiuntivo di risorse. Oltre all’acquisizione e all’impiego di fibra spenta (dark fiber) per il backbone della nuova rete e per l’accesso alle sedi utente, un’altra grande novità di GARR-X è rappresentata dal modello di integrazione con le reti metropolitane (MAN) e regionali (RAN).

Cosa c’è dietro questo modello di integrazione con le MAN e le RAN? In cosa consiste esattamente?

È importante spiegare che stiamo assistendo ad importanti cambiamenti che riguardano lo stesso modello economico adottato dagli operatori di telecomunicazione. In molti casi l’ultimo tratto delle reti è stato realizzato in rame, con limitazione della capacità di banda a qualche decina di Mbps in quanto la realizzazione di raccordi in fibra non è stata considerata in passato profittevole dagli operatori. Negli ultimi anni, però, gli operatori concorrenti di Telecom Italia hanno cominciato a vedere nella creazione di infrastrutture in fibra ottica un’opportunità di business. Si è quindi creato un nuovo mercato in cui Telecom Italia stessa ha deciso di entrare, contribuendo in questo modo a far scendere i costi della fibra che sono passati da un ordine di grandezza di 30.000 euro al km ad un ordine di grandezza di circa 4.000 euro al km. Grazie alla riduzione dei costi della fibra generata dal mercato, le stesse amministrazioni locali che prima affidavano l’implementazione e la gestione della rete ad operatori esterni hanno capito che potevano “farsi la rete da sé” con notevoli benefici in termini di gestione e di costi e sono diventate esse stesse proprietarie delle loro reti metropolitane e regionali. È dunque nell’integrazione con queste reti metropolitane e regionali che sta la vera novità di GARR-X. GARR si sta avvalendo infatti della capillarità di queste reti locali per arrivare nella sede dell’utente finale con limitati investimenti in fibra ottica. Così facendo, si riesce davvero ad arrivare “a casa” dell’utente con brevi raccordi in fibra ottica che si agganciano alla rete metropolitane o regionali, facendo in modo che l’intera comunità GARR, localizzata in gran parte nei centri metropolitani, possa beneficiare dell’integrazione con queste reti. Grazie ad accordi bilaterali e trilaterali con comuni, regioni, università e all’utilizzo delle risorse infrastrutturali che già ci sono, GARR sta dunque arrivando in fibra ottica lì dove i privati non vanno perché non vedono al momento un’opportunità di business

Qual è la situazione attuale a livello di integrazione con le reti metropolitane e regionali e di conseguenza a livello di accesso in fibra ottica alle sedi dell’utente finale?

Al momento GARR ha stretto accordi con le reti metropolitane delle Università di Pisa, Napoli, Catania, Bari, Genova, Venezia (VENIS), dell’Università Statale di Milano, dell’Università e degli enti di ricerca di Trieste (Lightnet) e della rete regionale dell’Università dell’Insubria.

È del 4 maggio inoltre la notizia della stipula del Protocollo d’intesa tra la rete del Comune di Firenze (UNIFInet), il Consortium GARR e l’Università degli Studi di Firenze per l’interconnessione delle rispettive reti e servizi collaborativi.

Per quanto riguarda la collaborazione con le reti regionali, sono già operative da tempo iniziative con le Regioni Toscana, Marche, Basilicata ed Emilia-Romagna (Lepida).

Quali sono i vantaggi di questo modello per l’utente finale?

Il vantaggio cruciale di questo nuovo modello è che le caratteristiche proprie della fibra ottica e la piena gestione da parte del GARR del collegamento offrono all’utente maggiore flessibilità nell’accesso alla rete e quindi un’ottimizzazione dei costi sulla base delle proprie esigenze, senza vincoli su capacità e tecnologia del collegamento. L’utente può accedere alla rete con capacità pari a 1 Gbps, passare poi a 10 Gbps e ritornare a 100 Mbps senza nessun problema. Avremo dunque una rete molto più flessibile e i centri di ricerca potranno riconfigurarla per ottenere su richiesta, quando necessario, i 10 Gbps. Non saranno più gli operatori a decidere chi è abilitato a fare cosa, ma saranno gli utilizzatori a determinare i servizi di cui hanno bisogno e ad attivarli.

Infine, un elemento innovativo è rappresentato dai servizi end-to-end. Grazie a cammini dedicati in fibra ottica sarà possibile realizzare Optical VPN (Virtual Private Network), nell’ambito delle quali gli utenti potranno decidere caratteristiche e servizi disponibili attraverso i collegamenti. Ad esempio, sarà possibile implementare reti dedicate al disaster recovery in grado di supportare la replica di servizi e dati, in tempo reale, tra due siti geograficamente distanti (ad esempio Roma e Milano).

Questo vuol dire che l’erogazione di tali servizi sarà possibile in continuità con quelli già esistenti, con tempi di rilascio nell’ordine di un giorno in ogni punto della rete e su più sedi anche lontane, superando la distanza di 100 km raggiunta con le tecnologie attuali.

Si tratterà di una vera e propria rivoluzione copernicana, che renderà gli utenti tutti uguali sulla rete. In molti Paesi europei la rete in fibra ottica è già una realtà concreta, tuttavia questa nuova rete sarà più avanzata rispetto a quella realizzata in Germania o di quella che si sta implementando in Gran Bretagna.

GARR-X sarà il coronamento di un lavoro continuo che la comunità scientifica italiana ha iniziato circa 30 anni fa, quando ha portato Internet in Italia rendendo la rete italiana la prima in Europa. Quello che ci auguriamo è che, anche grazie al sostegno governativo, la rete Internet italiana possa ritornare ad essere una delle prime reti in Europa.

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