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Buone notizie per IPv6
| Gabriella Paolini | ipv6
Ad un anno dal World IPv6 Day, i grandi mezzi di informazione tornano a parlare di IPv6 su scala mondiale.
Il 6 Giugno 2012 ISOC ha promosso un’iniziativa a livello mondiale chiamata World IPv6 Launch, il lancio mondiale di IPv6. L’evento organizzato dall’Internet Society è stato fortemente sostenuto dai più grossi attori dell’Internet mondiale.
In particolare, il content provider Akamai ha fatto il passo più interessante per la promozione di IPv6, attivando il nuovo protocollo sui suoi 95.000 server di Akamai sparsi in 71 paesi, al termine di un processo durato due anni. Si tratta comunque di un servizio che verrà gradualmente reso disponibile a tutti i grandi clienti della Content Delivery Network che genera un traffico Web di più di 5 terabit al secondo per giorno. Un’altra buona notizia è la crescita del traffico IPv6 totale nel mondo, ma anche degli Internet Service Provider che hanno attivato il nuovo protocollo. Analizzando le tabelle BGP dell’Internet mondiale si può vedere che gli AS Number che annunciano reti IPv6 sono circa 5.000 contro i quasi 40.000 che costituiscono l’intero panorama mondiale. Ma questa cifra se pur minimale è più che raddoppiata dall’inizio. del 2011. Dalla parte di IPv4, continua l’assegnazione degli ultimi indirizzi a disposizione. Ed interessante è anche l’analisi di Geoff Huston sulla top 10 dei Paesi a cui sono stati assegnati indirizzi IPv4 negli ultimi 5 anni, dove lo specchio della crisi italiana si riscontra anche nella richiesta di indirizzi IP: infatti fino al 2009 l’Italia era nella top 10, per poi sparire nei due anni successivi.
Da notare anche il superamento della Cina ai danni degli USA negli ultimi 3 anni. A livello di comunità GARR, negli ultimi 6 mesi sono aumentate le richieste di attivazione di IPv6 al GARRNOC. In questa pagina trovate il resoconto dell’esperienza dell’Università di Torino; possiamo inoltre citare l’attivazione dell’Università di Trento e il sito web dell’Osservatorio Astronomico di Teramo, ora disponibile anche in IPv6. Per quanto riguarda la formazione, è sempre disponibile il corso online in autoapprendimento dedicato agli amministratori di rete.
Per il 6 giugno stiamo inoltre organizzando una sessione webinar in diretta sul nostro sito web, in occasione del World IPv6 Launch per rispondere alle vostre domande. Sarà presente Marco Sommani, ricercatore del CNR e Chair del forum IPv6Italia, con il quale faremo il punto della situazione sull’introduzione di IPv6. Ci si iscrive su: www.garr.it/ipv6
Per maggiori informazioni:
- www.worldipv6launch.org
- www.akamai.com/html/solutions/ipv6.html
- https://ipv6.he.net/bgpview/bgp.html
- www.potaroo.net/ispcol/2012-01/2011.html
- www.oa-teramo.inaf.it
- www.ipv6italia.it
IPv6 nella comunità GARR: l’esperienza dell’Università di Torino
a cura di Flavio Sartorio
Il progetto IPv6 in UniTo ha preso forma grazie alla sensibilizzazione ricevuta dal corso istituito dal GARR. Lo stimolo principale allo start-up lo abbiamo trovato nella partecipazione all’evento World IPv6 Day dell’8 giugno scorso, in cui abbiamo pubblicato il sito www.di.unito.it. Le attività hanno riguardato sia l’aspetto server (seguito dal Dipartimento di Informatica) che quello dell’infrastruttura di rete (seguito dalla DSI - Servizio Reti e TLC). Si è pensato di portare un nuovo link IPv6 nativo verso Informatica e di gestirlo sulla stessa infrastruttura di core IPv4. Inoltre abbiamo abilitato una classe /64 sul port-channel del router di core che gestisce i servizi web, FTP e DNS ruotata con una statica di default verso il next hop su cui c’è il link IPv6 col GARR. È seguita la configurazione del DNS con gli host a cui puntare su IPv6 e successivamente abbiamo aggiornato il firewall di frontiera PaloAlto per supportare il traffico v6. Queste operazioni ci permetteranno di abilitare per il futuro la maggior parte dei servizi di ateneo, agendo unicamente lato server.
A livello di gestione degli indirizzi stiamo cercando di cogliere l’opportunità storica di cambio protocollo anche per migliorare alcuni aspetti della infrastruttura come ad esempio il management degli apparati, che oggi sono gestiti in-band sull’indirizzo host, ma domani potranno beneficiare di una rete privata dedicata. Lo sforzo implementativo avrà un impatto ridotto dalla natura plug and play del v6. Lo scenario all’interno della rete di ateneo sarà quello di avere alcuni link IPv6 nativi e altri 6to4, a seconda dei livelli di accesso e distribuzione che servono le varie strutture. Per gestire la complessità del progetto, si instaurerà un tavolo tecnico in cui si comincerà ad analizzare lo scenario generale di ateneo con le possibili soluzioni, native o tunnelizzate, da adottare per attivare le varie strutture e, in una seconda fase, si raccoglieranno le esigenze dei vari servizi presenti in ateneo per configurare un piano operativo comune.
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