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Reti della ricerca più “verdi” con GreenStar Network

| Redazione | pillole di rete

Tagliare le emissioni di anidride carbonica è un obiettivochiave per tutti i settori della società e l’ICT non fa eccezione. Quando si parla di networking e calcolo scientifico, i consumi si concentrano a livello di data center e nodi di rete, generalmente alimentati da elettricità derivante da combustibili fossili: far sì che questi nodi fondamentali dell’infrastruttura passino alle fonti rinnovabili si tradurrebbe in un taglio netto alla CO2.

È questa l’idea da cui è partito il progetto GreenStar Network (GSN). Sviluppato in collaborazione con la NREN canadese CANARIE, dall’inverno scorso il progetto ha un testbed esclusivamente europeo, formato da 4 nodi, situati in Irlanda, Islanda e Spagna e gestiti da HEAnet, NORDUNET, e i2CAT, alimentati esclusivamente da energie rinnovabili: solare, eolica, geotermica ed idroelettrica. La sfida però non è solo quella di passare al rinnovabile, ma di far sì che i nodi “a impatto 0” siano utilizzati al massimo della loro capacità: il modello sviluppato da GSN utilizza una sofisticata combinazione di middleware e tecnologie di virtualizzazione, con lo scopo di monitorare e controllare lo stato delle risorse ed accoppiarlo con le richieste degli utenti.

Così, il maggior numero possibile di utenti in Europa può utilizzare le risorse ad energia “verde”, riducendo sia l’impronta ecologica personale che quella globale del networking della Ricerca. Il servizio di banda garantita GÉANTPlus è parte integrante del progetto perché permette di trasmettere i dati di monitoraggio e controllo in tempo reale ed offrire un servizio garantito agli utenti. Il progetto durerà fino al 2013 con lo scopo di provare la fattibilità di questo modello e facilitarne l’implementazione su larga scala, non solo sulle reti della ricerca, ma anche su quelle commerciali, con benefici “Verdi” per tutti!

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