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Oltre GARR-X
| Federica Tanlongo | osservatorio della rete
Arriva l’upgrade dell’infrastruttura del centro-nord, mentre parte lo studio per la prossima generazione di rete
Come abbiamo raccontato nello scorso numero, è oggi in atto una transizione che permetterà di estendere entro il 2017 le caratteristiche più avanzate sperimentate con successo in GARR-X Progress anche alle altre aree del Paese.
Grazie a questi interventi, la capacità trasmissiva della dorsale sarà portata da subito a 500 Gbps sulle tratte tra Roma, Bologna e Milano, con la predisposizione a scalare a 1 Tbps nei prossimi anni; a livello IP/MPLS, con il potenziamento degli apparati di routing, sarà possibile realizzare collegamenti a 100 Gbps tra questi PoP. Parallelamente si procederà anche alla realizzazione di collegamenti di accesso in fibra ottica per circa 120 sedi, il 50% delle quali saranno collegate per la prima volta a GARR, con i primi rilasci di fibre in programma entro l’estate.
DA SUBITO 500 GBPS TRA ROMA, BOLOGNA E MILANO, MA GIÀ PRONTI AD ARRIVARE A 1 TBPS
La scelta tecnologica individuata da GARR al momento è mantenere gli apparati trasmissivi in esercizio sulla rete e, mediante il meccanismo delle lambda aliene, veicolare i superchannel Infinera a 500 Gbps e poter attivare collegamenti a 100 Gbps tra i principali punti di presenza della dorsale nel Centro-Nord, in risposta alla costante e significativa crescita del traffico di ricerca in queste aree del Paese. Senza rinunciare all’obiettivo di garantire prestazioni elevate e scalabilità nel tempo, l’evoluzione della rete nel 2017 avverrà quindi in continuità con GARR-X, con un approccio teso a preservare la catena di amplificazione e i nodi trasmissivi Huawei che continueranno ad erogare i servizi client a 10 Gbps.
Come è stato dimostrato nelle estensive sperimentazioni sul campo condotte dallo staff GARR nel corso del 2016 è infatti possibile trasportare il superchannel Infinera sulla rete Huawei, con la condivisione dello spettro ottico. Attraverso i nodi trasmissivi di Milano (Lancetti e Caldera) sarà inoltre possibile estendere il dominio ottico/elettrico Infinera al resto d’Europa, con l’opportunità di implementare il meccanismo delle lambda aliene a livello europeo. Questi interventi permetteranno di sfruttare al massimo gli investimenti in infrastruttura fatti negli ultimi anni e allungare la vita di GARR-X aumentandone le prestazioni in linea con la costante crescita di domanda di capacità e servizi. Il modello di rete alla base di GARR-X è stato pensato proprio per garantire una lunga durata e un elevato livello di scalabilità che le permettesse di soddisfare i requisiti anche futuri degli utenti.
Ma naturalmente le esigenze continuano ad evolvere, i casi di utilizzo cambiano e la rete deve cambiare con essi per continuare a supportare le collaborazioni degli utenti con lo stesso livello di qualità di sempre o, perché no, anche migliore. Per questa ragione al GARR si sta già pensando alla prossima generazione di rete. Il lavoro si baserà sui dati di utilizzo della rete raccolti negli ultimi 11 anni, sullo studio degli use case di punta e sulla consultazione degli utenti, e verrà così elaborato un modello di evoluzione dell’architettura di rete. La prima fase di lavoro, quella dello studio dei requisiti, partirà in gennaio e si concluderà con la pubblicazione di un white paper, da presentare in primavera in occasione del prossimo workshop GARR, che riassumerà le raccomandazioni da cui partire e proporrà una visione iniziale per la nuova architettura. L’obiettivo è di avere nel giro di un anno e mezzo una architettura completa da tradurre in nuova infrastruttura.
PER LA PROGETTAZIONE DELLA NUOVA RETE GLI UTENTI SONO COINVOLTI FIN DALLE FASI INIZIALI
I lavori sono appena agli inizi, ma alcuni concetti chiave sono già chiari: innanzitutto, la necessità di andare verso una rete al Terabit, con più servizi e un maggior livello di automazione, che renda praticabile anche un eventuale innalzamento del numero di sedi collegate e dei servizi di rete erogati e quella di coinvolgere fin dalle prime fasi del processo gli utenti, le altre reti della ricerca e anche i vendor, in modo che la rete che verrà sia basata su un disegno condiviso, rifletta davvero le esigenze degli utenti e rappresenti il meglio che la tecnologia potrà offrire domani.
La tecnica cosiddetta delle “lambda aliene” (o alien wavelength) è una soluzione ibrida che prevede la trasmissione e ricezione dei segnali luminosi su un’infrastruttura diversa da quella di trasporto.
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