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Tradizione e innovazione si incontrano in rete
| Maddalena Vario | Caffè scientifico
Ecco come il Conservatorio di musica Santa Cecilia di Roma inventa il futuro della musica
Se pensiamo ad un’istituzione autorevole e prestigiosa come il Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma, difficilmente la accosteremmo ad innovazione e futuro. Invece il Conservatorio Santa Cecilia il futuro lo crea ogni giorno: concerti e dialoghi musicali in tempo reale a migliaia di km di distanza, didattica da remoto che offre agli studenti le più avanzate tecniche di apprendimento, contaminazioni formative tra discipline.
Siamo andati ad incontrare il professor Michelangelo Galeati, che ci ha raccontato come la rete cambierà profondamente il modo di fare musica, aprendo a possibilità davvero impensabili fino a solo qualche anno fa, in un intreccio inedito con tecnologia e informatica
Prof. Galeati, che vuol dire per il Conservatorio Santa Cecilia essere connessi alla rete GARR e cosa vi ha spinto a fare questo passo?
Pensiamo che la connessione alla rete GARR ci abbia aperto a possibilità incredibili, prima fra tutte quella di poter realizzare concerti e attività didattiche, in tempo reale, con partner lontani anche migliaia di km di distanza. L’occasione che ci ha spinto a fare questa scelta è stata la partecipazione al progetto internazionale Strategic Partnership RAPP (Reflection-based Artistic Professional Practice), dedicato alla ricerca artistica applicata alla pratica della performance.
Oggi nei Conservatori si parla molto di ricerca artistica e di un possibile “terzo livello”, modello dottorato, sul quale sta lavorando con molto impegno la mia collega Carla Conti. Sappiamo che ogni esecutore, in maniera volontaria o involontaria, segue un processo di ricerca nelle sue esecuzioni. Inevitabilmente, durante una pratica artistica, si riflette su quello che si sta “costruendo” ed è proprio “reflection” la parola chiave del progetto.
Le reti ad altissime prestazioni integrano e completano il tradizionale rapporto tra docente e allievo con aspetti a volte non facilmente percepibili, ma essenziali
Spesso noi artisti agiamo in maniera inconsapevole. Pensiamo che il musicista debba realizzare, dunque, una ricerca mentre opera la sua performance domandandosi: come posso fare per essere più comunicativo verso il pubblico? La mia esecuzione è davvero quello che l’autore intendeva? Il processo è circolare: dopo questa riflessione, si ritorna quindi alla performance e si cerca, anche attraverso il contributo di altri, di capire come la “reflection” possa modificare la performance. Quello che facciamo nel progetto è cercare di estrarre questo processo e sistematizzarlo, per poi tornare all’esecuzione in modo più consapevole. Questa sistematizzazione può servire successivamente anche come guida e best practice agli altri esecutori.
In che modo la rete GARR può aiutarvi in questo progetto?
La rete ci aiuta dandoci la possibilità di organizzare eventi performativi a distanza in tempo reale o comunque con latenza bassissima con i nostri partner in Europa, rendendo molto più efficiente ed economico il processo. Tutto questo sarà possibile avendo a disposizione il kit del sistema di video conferenza LoLa che, combinato con le alte prestazioni della rete GARR che collega le sedi coinvolte, permette ai nostri musicisti di suonare e interagire a distanza, anche a migliaia di km, cosa che con una normale rete Internet è assolutamente impensabile.
Possiamo costruire un’esecuzione spostando decine di musicisti attraverso l’Europa oppure realizzando un processo molto più economico ed efficace tramite LoLa: è questa l’idea progettuale e il supporto che chiediamo a GARR. L’obiettivo non è, appunto, quello di realizzare una ricerca musicologica, ma di creare a distanza un processo che torni all’esecuzione, potremmo dire, “sul campo”. Immagini la possibilità di realizzare un concerto in tempo reale, ad esempio una “jam session” di jazz tra due sedi lontane. Si tratta di un tipo di performance che, partendo da strutture comuni, si crea in tempo reale e necessita dunque di un dialogo continuo. E qui ci aiutano LoLa e GARR.
Altre possibilità investono il terzo settore, con speciale riguardo alle disabilità. In questi casi, il processo di ricerca è ancora più importante e un feedback e un confronto continuo rispetto a quello che si sta realizzando è ancora più necessario, in modo da informare e modificare il nostro input. Nel nostro Conservatorio abbiamo realizzato un progetto dedicato a persone con la sindrome di Asperger. Anche in questo caso, la ricerca si è rivelata un processo sostanziale, perché ci aiuta a capire come rendere la nostra proposta più efficace. Sono problemi che stiamo mettendo a fuoco e pensiamo che GARR ci aiuti a rendere più semplice tutto questo processo.
Far parte di un’ampia comunità interdisciplinare come quella GARR, poter partecipare a workshop e ad eventi formativi ci offrirà nel tempo nuove possibilità
Ha accennato prima alla didattica a distanza. Come secondo lei può offrire un valore aggiunto rispetto alla didattica in presenza?
La didattica a distanza, ovviamente, in questo periodo è stata nei Conservatori al centro di molte considerazioni e anche di polemiche. Ma GARR in questo può essere fondamentale. Prendiamo, ad esempio, un pianista. Quando suona deve tener conto della coordinazione di diversi movimenti: mano destra, mano sinistra (che si muove secondo parametri, modalità e scrittura musicale molto diversa dalla destra), corpo e piedi, che si muovono sulla pedaliera. Poter valutare e correggere tutto contemporaneamente “dal vivo” non è per nulla scontato, mentre con un sistema a bassissima latenza e, magari, a distanza, con telecamere dedicate, possiamo farlo in tempo reale, ad esempio con uno studente a Roma e un docente a Berlino. Siamo davanti a possibilità davvero inedite. Tenere sotto controllo in contemporanea, registrare e correggere in tempo reale tutti questi parametri non sarebbe possibile a distanza con una normale rete Internet.
Le 4+ Stagioni è un progetto didattico-formativo del Conservatorio Santa Cecilia di Roma e della Accademia di Danza di Roma che mira a combinare le quattro arti dell’AFAM (arte, musica, teatro e danza) con la tecnologia dell’animazione audio-visiva che permette la presenza nella realtà performativa delle arti di quel mondo virtuale capace di evocare luoghi altri della realtà e della fantasia.
La didattica da remoto, con la quale ci siamo dovuti confrontare in questo periodo, porta quindi un grande valore aggiunto, anche se ovviamente non può e non deve sostituire al 100% la didattica in presenza. Le reti ad altissime prestazioni integrano e completano il tradizionale rapporto tra docente e allievo in aspetti a volte non facilmente percepibili, ma essenziali.
A questo proposito, ricordo un episodio divertente. Parecchi anni fa, assistetti ad una masterclass di pianoforte. Il maestro, terminata l’esecuzione dello studente, disse: “Nella tua esecuzione sei stato completamente immobile...”. E lo studente, in buona fede, rispose: “Ma anche Michelangeli nei suoi concerti è immobile”. E il maestro: “Sì, ma Michelangeli è immobile in modo diverso…”. Lì per lì mi sembrò una semplice battuta, priva di una reale efficacia, ma ora mi rendo conto che il maestro si riferiva a sfumature piccolissime ma sostanziali, che non venivano direttamente percepite, ma che comunque c’erano ed erano significative.
Oggi è possibile tracciare tutto ciò dal punto di vista tecnologico e informatico. Credo che con l’aiuto di GARR potremo riuscire ad entrare sempre più in dettaglio nella pratica artistica riuscendo a valutare anche questi piccolissimi aspetti.
Avete già pensato all’aspetto della security e a come affrontarlo?
Il problema della sicurezza informatica ovviamente è molto importante. Maggiori sono le opportunità, maggiori sono i rischi. Devo dire sinceramente che, in generale, noi artisti siamo poco attenti a questi problemi. Forse questa potrebbe essere un’occasione per acquisire maggiore consapevolezza e renderci conto che viaggiare nella rete può essere altrettanto pericoloso quanto viaggiare nel mondo reale di tutti i giorni. Quindi come ci preoccupiamo delle nostre chiavi di casa e della nostra carta di identità, dovremmo anche preoccuparci degli accessi digitali e delle sue modalità. I reati informatici sono cresciuti: basta scorrere qualche statistica.
Durante il periodo del COVID molti di noi si sono affacciati a nuovi strumenti informatici e questo ha aumentato i problemi. Un’attività di tutoraggio su queste problematiche e su questi rischi sarebbe altrettanto importante quanto una FAQ ben fatta o un manuale d’uso e su questo ci stiamo lavorando.
Come vede il futuro?
Per noi questo è solo un punto di partenza. Proprio il far parte di un’ampia comunità interdisciplinare come quella GARR, il poter partecipare a workshop e ad eventi formativi, realizzare scambi di dati, ci offrirà nel tempo nuove possibilità, oltre che proiettarci ancora di più nelle collaborazioni nazionali e internazionali. Certamente per il Conservatorio Santa Cecilia, la formazione oggi è realizzata in maniera interdisciplinare e siamo ormai sempre più consapevoli del suo aspetto trasversale. La didattica deve essere a 360 gradi ed essa richiede uno scambio continuo con diversi ambiti.
A questo proposito, stiamo realizzando il progetto europeo NEWS in MAP (www.newsinmap.eu) dedicato alla employability e allo sviluppo della self-leadership negli studenti. Vogliamo accompagnarli nel mondo del lavoro e aprirli a nuove prospettive, dato che ormai attività “tradizionali”, se così vogliamo chiamarle, come insegnante o orchestrale, non sono più accessibili come una volta e sono sempre meno sovvenzionate dalle strutture pubbliche. NEWS in MAP aiuta gli studenti a capire come costruire una carriera dopo il proprio diploma accademico nelle nuove possibilità del mercato. Lo studente deve diventare infatti “imprenditore” di sé stesso, con capacità di proporsi, gestire un budget, creare un proprio “marchio”, una propria immagine da comunicare all’esterno.
Ancora, grazie al lavoro portato avanti da GARR, i nostri studenti avranno l’opportunità di confrontarsi più agevolmente con i loro pari europei, dato che la loro identità digitale verrà riconosciuta a livello europeo e potranno accedere a tutti servizi Erasmus+. Non solo, se in futuro aderiremo alla Federazione italiana IDEM, potremo utilizzare tutti i servizi federati offerti da GARR, come quelli per le videoconferenze e per il trasferimento dei dati. Sarà un processo lungo, ma è importante creare questa mentalità negli studenti sin dall’inizio.
Un altro aspetto molto importante è la quantità di dati digitali che è necessario gestire oggi nella produzione artistica. La didattica nell’arte genera un’enorme quantità di file, per esempio audio-video, e certamente nel futuro valuteremo una collaborazione con GARR anche per lo storage.
Non solo, ritornando alla formazione interdisciplinare, pensiamo al campo dei videogiochi, che vent’anni fa era una nicchia ma ora supera quello dei film e dello sport nel fatturato mondiale. Quali sono e saranno le professionalità richieste? Partendo da queste riflessioni, abbiamo organizzato al Conservatorio Santa Cecilia il primo Master europeo appositamente dedicato alla musica per videogiochi. Il settore richiede competenze tecnologiche, musicali e di programmazione e il nostro Master è al momento è uno dei più importanti in Europa. Siamo un’istituzione tutt’altro che old fashion. Il docente del Master, Maurizio Gabrieli, è un compositore ma ha anche una laurea tecnica.
I confini tra le varie discipline si fanno sempre più sfumati, la contaminazione formativa è ormai una costante e per questo avere la possibilità, tramite GARR, di esser parte di una comunità internazionale multidisciplinare e potere dialogare, anche a distanza, è il più valido strumento per entrare nel futuro.
Violoncellista e direttore, Michelangelo Galeati si è diplomato al Conservatorio”Rossini” di Pesaro, alla Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, laureato al DAMS presso l’Università di Bologna, diplomato in direzione d’orchestra al Conservatorio di Santa Cecilia Roma con Dario Lucantoni, conseguendo anche un Master sui linguaggi del ‘900 all’Università di Tor Vergata Roma.
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