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Uniti nella rete

Uniti nella rete

| Massimo Tartamella | osservatorio della rete
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a cura di Massimo Tartamella, Università degli Studi di Palermo Responsabile del Settore Gestione Reti, Hardware e Software

Università di Palermo: Un ateneo distribuito nel territorio e unito dalla rete

tartamella L’Università degli Studi di Palermo è articolata sul territorio metropolitano e sui poli didattici di Agrigento (2 sedi), Caltanissetta (2 sedi) e Trapani. Sul territorio metropolitano insistono i tre campus universitari, una sede amministrativa con oltre 500 utenze, una sede didattica ospitata nel comprensorio di San Antonino e le Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche. Il Polo GARR è ospitato presso il Centro Universitario di Calcolo (CUC), nel campus di viale delle Scienze ed è supportato da personale universitario che fa parte del SIA, il Sistema Informativo di Ateneo. 

Il primo nucleo della rete è nato all’inizio degli anni ‘80 per collegare il Centro Universitario di Calcolo con il CNR – CNUCE di Pisa e le segreterie studenti: si trattava di collegamenti a 9.600 bps in architettura SNA (System Network Architecture) dell’IBM. La professoressa Maria Tortorici, direttore del CUC per 25 anni, purtroppo scomparsa lo scorso maggio, aveva intuito che la rete avrebbe rivoluzionato il modo di lavorare e di vivere di ciascuno di noi. Sono state la sua capacità di pensare al futuro, la sua tenacia e profonda convinzione a portare l’Università di Palermo a partecipare ai più avanzati progetti di rete italiani, prima con il CNR e poi con il GARR, e a diffondere la necessaria cultura telematica per affrontarli. Da allora, i cambiamenti tecnologici sono stati molti: a partire dal 1988, ciò che prima era stato realizzato sull’architettura SNA è diventato progressivamente TCP/IP, le linee sincrone affittate sono state soppiantate dalle connessioni ethernet e così via sino alle odierne connessioni in fibra ottica proprietaria all’interno dei campus e affittata spenta per tutto ciò che è fuori. La connessione delle sedi extraprovinciali è affidata a circuiti Telecom ADSL e HDSL; con delle particolari apparecchiature a bassissimo costo, le VLAN necessarie all’operatività universitaria (indirizzamento IP universitario, wireless, VoIP) vengono trasportate da Palermo ad Agrigento, Caltanissetta, Trapani e Marsala implementando anche il QoS, quest’ultimo di fondamentale importanza per il VoIP.

Alcune sedi cittadine con poche utenze sono servite da connessioni wireless attraverso ponti radio proprietari. Su una rete che conta oltre 90 connessioni in fibra, sono attestati quasi 4000 postazioni di lavoro, 1500 utenze wireless diverse al giorno, 3500 utenze VoIP e 400 Fax VoIP. Aver integrato l’infrastruttura voce rende all’Università un risparmio dell’ordine di 500.000 euro all’anno, dal 2009. La cosa interessante è che i costi dell’intera infrastruttura di rete, ripartiti in 50.000 euro per la fibra ottica spenta affittata a Wind, 50.000 euro per le sedi remote interconnesse attraverso circuiti Telecom (ADSL, HDSL), 20.000 di contratto di manutenzione per punti rete, controllo apparati wireless (300 AP), etc., sono pari ad un quarto del risparmio effettuato sulla fonia. Anche a livello di personale, la struttura resta molto snella: le persone che operano con la rete, con la sicurezza e con il VoIP sono cinque. La collaborazione con il GARR, per noi è sempre stata fonte di stimolo, oltre che di supporto tecnico. Oggi vorremmo cogliere l’opportunità offerta dal passaggio a GARR-X, per riaggiornare le apparecchiature di dorsale e rivisitare la sicurezza informatica, attualmente operativa in sola chiave open source. L’intenzione è quella di adottare le stesse apparecchiature utilizzate dal GARR e concertarne il funzionamento con altri dispositivi specializzati nell’analisi del traffico e dei log come mostrato nello schema in figura.gnews-fig-1Infine con GARR-X e la banda che sarà disponibile vorremmo anche sperimentare soluzioni di disaster recovery (DR) e business continuity (BC) con altre università sedi di Polo GARR in modo da poter ottimizzare gli investimenti (spazio disco, virtualizzazione di server, ecc) e costi di gestione. Si ritiene che adesso, dall’idea pionieristica di alcuni lungimiranti di “armonizzare” le reti per la ricerca, sia giunto il momento di provare ad armonizzare anche i servizi di utilità comune, abbassandone costi di esercizio e aumentando la qualità degli stessi. Disaster Recovery e Business Continuity sono solo degli esempi, obbligo di legge per le PA, ma che potrebbero estesi a servizi come la conservazione sostitutiva e altri che, grazie alla rete performante, potrebbero essere rivisti in modalità Cloud Computing a servizio delle Università e della Ricerca.

Per maggiori informazioni: www.unipa.it

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