Internet nel 1986
| Marco Sommani | Protagonisti
Il 1986 è l’anno in cui al CNR-CNUCE di Pisa fu attivata la prima connessione Internet italiana (la quinta in tutta Europa).
L’operazione era stata portata a termine con l’intento di favorire la cooperazione fra ricercatori italiani e università statunitensi. Nessuno, però, nemmeno i più entusiasti (che al CNUCE non mancavano) immaginava che in poco tempo Internet sarebbe diventata l’unica rete del pianeta.
Marco Sommani è uno dei protagonisti
dell'avventura GARR. Dopo la laurea in Matematica, la curiosità
verso il mondo degli elaboratori, all'epoca
quasi una cultura esoterica, lo porta nel
1972 all'Istituto CNR- CNUCE di Pisa, dove
lavora come sistemista sul sistema operativo
CP/CMS della IBM (versione sperimentale
del successivo VM).
Si avvicina al mondo delle reti nel 1976,
sviluppando software per il progetto RPCNET.
Dal 1978 si concentra sul coordinamento
e lo sviluppo della rete telematica
del CNR, attività che lo porterà a diventare
uno dei protagonisti dello sviluppo delle
Reti della Ricerca in Europa e dalla rete
GARR in Italia.
Marco è sempre stato un fautore dello sviluppo
di soluzioni a partire dalle necessità
degli utilizzatori, anche quando ciò si è tradotto
nel dover rivoluzionare quanto aveva
costruito negli anni precedenti.
Attualmente si gode la meritata pensione
dall'Istituto di Informatica e Telematica del
CNR, dove per anni ha coordinato il Comitato
di Gestione della Infrastruttura di Rete
Telematica del CNR, ma non ha smesso di
interessarsi all'evoluzione della rete.
Marco è da molti anni membro del Comitato
Tecnico Scientifico del GARR, e in questo
ruolo ha contribuito a determinarne le
strategie.Ciò che entusiasmava gli estimatori del TCP/IP non era il miraggio di un successo futuro a livello planetario, ma piuttosto lo spirito aperto che caratterizzava chi curava la gestione e l’evoluzione della rete, i gruppi di lavoro aperti a tutti, gli standard disponibili gratuitamente, il software di pubblico dominio: un modo di lavorare, cioè, assai diverso da quello degli organismi internazionali quali ISO o ITU.
Nemmeno i più entusiasti immaginavano che in breve Internet sarebbe diventata l'unica rete del pianeta
Ma che aspetto aveva Internet in quell’epoca? L’appellativo “rete delle reti” era ancora molto appropriato: si trattava, in effetti, di una collezione di reti basate su tecnologie diverse e tenute insieme da un unico collante, l’Internet Protocol (IP). Era ancora funzionante il nucleo storico della rete, la famosa ArpaNet, basata sul protocollo BBN1822 e che utilizzava gli indirizzi 10.0.0.0/8, non ancora diventati privati. La rete satellitare che, attraversando l’oceano, raggiungeva il CNUCE, si chiamava Sat- Net e usava gli indirizzi 4.0.0.0/8, una disponibilità di 16.777.216 valori per indirizzare sette stazioni terrestri! Questi “sprechi” avevano una loro giustificazione: le bozze del protocollo IPv4 che avevano preceduto lo standard finale (RFC791 del settembre 1981) riservavano in maniera rigida il primo ottetto dell’indirizzo per la parte “network” e che gli altri tre per la parte “host”; l’idea era che otto bit fossero più che sufficienti per enumerare tutte le reti della “rete delle reti”. SatNet fu appunto una di quelle reti che iniziarono a usare l’IP prima del settembre 1981.
Che dire poi della sicurezza? Di crittografia non si parlava proprio e le password viaggiavano in chiaro sulle LAN di allora che, essendo shared, permettevano agli analizzatori di traffico di leggere tutti i dati in transito. Eppure continua ancora oggi a circolare la leggenda secondo cui Internet sarebbe stata progettata tenendo conto in particolar modo delle esigenze dei militari. Al contrario, la tecnologia di Internet nacque nelle università statunitensi, dove però i ricercatori furono sufficientemente abili da farsi finanziare dalla Defense Advanced Research Project Agency (DARPA), sostenendo di aver bisogno di una rete per facilitare la cooperazione fra quei gruppi di ricerca (universitari e militari) coinvolti nei progetti della stessa DARPA.
La lenta burocrazia permise l'attivazione del collegamento dopo ben 5 anni dalla prima richiesta
Ciò detto, si deve aggiungere che i militari classificarono subito questa nuova rete da loro finanziata come qualunque altra loro infrastruttura, per cui l’accesso a Internet fu sottoposto a un gran numero di restrizioni. Al CNUCE eravamo obbligati a tenere un registro con le generalità di tutti gli utilizzatori della rete. La stessa realizzazione del collegamento SatNet del CNUCE fu soggetta a numerose peripezie, proprio per via delle burocrazie militari (italiane e statunitensi), tant’è vero che fra la prima richiesta (1981) e l’attivazione effettiva passarono ben cinque anni. Tutto questo, però, cambiò già nel 1987, quando la rete fu ristrutturata creando confini chiari fra la parte militare e tutto il resto di Internet. Fu così che poté iniziare la lunga marcia che in pochi anni portò alla rete che tutti conosciamo.