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Dalla cura alla prevenzione. La sfida digitale del progetto DARE per la salute del futuro

| Marta Mieli | Caffè scientifico

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DARE, progetto di prevenzione digitale, usa AI, Big Data e supercalcolo per trasformare la sanità: dai dati clinici e ambientali a modelli predittivi personalizzati

Il progetto DARE – DigitAl lifelong pRevEntion rappresenta una delle principali iniziative italiane per la trasformazione digitale della sanità. Il progetto punta a rivoluzionare l’approccio alla salute attraverso prevenzione personalizzata, tecnologie innovative e uso intelligente dei dati. Un approccio innovativo che abbiamo voluto approfondire con Lorenzo Chiari, Professore Ordinario di Bioingegneria all’Università di Bologna e Presidente della Fondazione DARE.

L'obiettivo è realizzare un’infrastruttura digitale interoperabile in grado di combinare dati sanitari, ambientali e omici per contrastare efficacemente tumori, malattie cardiovascolari, disturbi dello sviluppo e patologie infettive

Professore Chiari, quali sono gli obiettivi principali del progetto DARE?

DARE è una delle quattro iniziative di ricerca strategiche cofinanziate dal MUR nell’ambito del Piano Nazionale per gli investimenti complementari al PNRR (PNC), dedicate all’innovazione in ambito sanitario e assistenziale. Il progetto nasce con un obiettivo ambizioso: diventare un motore di trasformazione digitale della sanità, puntando su prevenzione, innovazione tecnologica e sociale, e sostenibilità.

DARE persegue tre obiettivi principali:

  • Rimuovere le barriere all’adozione della prevenzione digitale, affrontando ostacoli tecnici, normativi e organizzativi, e sviluppando strumenti concreti per integrare la tecnologia nei percorsi di prevenzione.
  • Costruire un sistema avanzato di sorveglianza per la prevenzione primaria, grazie a un’infrastruttura digitale interoperabile in grado di combinare dati sanitari, ambientali e omici per contrastare efficacemente tumori, malattie cardiovascolari, disturbi dello sviluppo e patologie infettive.
  • Innovare la prevenzione secondaria e terziaria attraverso modelli predittivi basati su intelligenza artificiale, biomarcatori digitali, dispositivi IoT e piattaforme cliniche integrate, per anticipare complicanze, personalizzare i trattamenti e migliorare il monitoraggio continuo.

L’obiettivo finale è trasformare l’approccio alla salute, passando dalla cura alla prevenzione personalizzata, grazie all’uso intelligente dei dati lungo tutto il corso della vita. DARE potenzia strumenti, competenze e processi per definire, monitorare e prevedere le traiettorie individuali di salute.

La visione è chiara: fare della Fondazione DARE un centro di riferimento nazionale per le tecnologie digitali per la prevenzione, promuovendo una comunità fondata su evidenze scientifiche, multidisciplinarietà e formazione continua, con il coinvolgimento di ricerca, sanità, industria, cittadini e pazienti.

In che modo il progetto intende valorizzare i dati digitali per tracciare, monitorare e prevedere i percorsi di salute lungo tutto l’arco della vita?

Uno dei pilastri del progetto DARE è l’uso sicuro, legale e consapevole dei dati digitali. In un sistema che punta sulla prevenzione, i dati (clinici, ambientali e comportamentali) diventano strumenti centrali, anche se ancora poco valorizzati. In questo senso, DARE agisce su più fronti: utilizza dati sanitari tradizionali, provenienti da cartelle cliniche elettroniche, flussi amministrativi e monitoraggi clinici; integra dati “health-related”, ovvero informazioni non sanitarie ma rilevanti per la salute, come dati ambientali, demografici, climatici, sociali e comportamentali (anche da sensori, smartphone e transazioni digitali); costruisce infrastrutture interoperabili, capaci di connettere e analizzare grandi volumi di dati, tutelando privacy ed equità; applica tecniche di intelligenza artificiale e machine learning per trasformare i dati in modelli predittivi utili a promuovere stili di vita sani con suggerimenti personalizzati, individuare precocemente fattori di rischio, monitorare condizioni di salute nel tempo o simulare scenari di prevenzione su misura.

L’obiettivo è creare “traiettorie digitali di salute”, capaci di guidare interventi preventivi e personalizzati, sia a livello individuale che di popolazione. DARE mira a una rivoluzione culturale: non più solo cura dopo la malattia, ma prevenzione proattiva, grazie al pieno potenziale dei dati disponibili.

La rete ad alta velocità permette lo scambio in tempo reale di grandi volumi di dati per alimentare modelli predittivi e abilitare servizi digitali

Quali sfide strutturali e demografiche rendono oggi urgente l’adozione della digital health?

Il sistema sanitario tradizionale non è più sostenibile di fronte a profonde trasformazioni demografiche, sociali e ambientali. Tre sfide strutturali rendono urgente puntare sulla digital health.

Invecchiamento della popolazione. L’Italia è tra i paesi europei con il più alto rapporto tra anziani e persone in età lavorativa: dal 37,8% nel 2023 si potrebbe superare il 65% entro il 2050. Questo implica una crescente domanda di cure e assistenza di lungo periodo.

Crescita delle malattie croniche. Oltre il 70% dei decessi è causato da malattie non trasmissibili (NCDs) come tumori, diabete e patologie cardiovascolari, legate a fattori ambientali, sociali e comportamentali. Serve un cambio di paradigma: dalla cura alla prevenzione personalizzata e predittiva.

Minacce sanitarie globali. La pandemia da COVID-19 e i disastri climatici hanno mostrato la vulnerabilità del sistema sanitario di fronte a emergenze improvvise. Strumenti predittivi e di monitoraggio rapido diventano indispensabili per la tutela della salute pubblica.

A fronte di queste sfide, le tecnologie digitali offrono un’opportunità concreta. Intelligenza artificiale, Big Data, dispositivi indossabili e High Performance Computing aprono nuove prospettive per prevedere, monitorare e migliorare i percorsi di salute individuali e collettivi. Per DARE, la digitalizzazione della prevenzione non è più un’opzione strategica ma una necessità, per garantire la sostenibilità dei servizi sanitari e il diritto alla salute in una società in continua evoluzione.

Qual è il ruolo strategico della rete nello sviluppo e nella diffusione della prevenzione digitale?

La rete gioca un ruolo strategico nello sviluppo della sanità digitale, fornendo l’infrastruttura avanzata necessaria per diffondere la prevenzione su scala nazionale. In particolare, GARR garantisce connettività ad alta velocità tra università, ospedali, centri di ricerca e istituzioni sanitarie coinvolti in DARE, permettendo lo scambio in tempo reale di grandi volumi di dati clinici, ambientali e genomici. Questo consente non solo di alimentare modelli predittivi e sistemi di sorveglianza, ma anche di abilitare servizi digitali per operatori, pazienti e cittadini.

La rete supporta inoltre la gestione dei Big Data sanitari: la prevenzione proposta da DARE si basa su un’enorme mole di dati eterogenei, che richiedono velocità, affidabilità e sicurezza. I servizi cloud GARR, conformi al GDPR e agli standard ISO 27001, 27017 e 27018, garantiscono un’elaborazione distribuita dei dati nel pieno rispetto della privacy.

Infine, la rete abilita servizi avanzati di intelligenza artificiale e simulazione. Grazie all’accesso a risorse HPC, i partner del progetto possono addestrare algoritmi di IA, realizzare analisi predittive su larga scala e simulare scenari personalizzati di prevenzione. In quest’ottica, la Fondazione DARE ha avviato una collaborazione con il Centro Nazionale ICSC, attivo su infrastruttura GARR, per valorizzare al massimo le capacità computazionali e di connettività, con benefici che andranno ben oltre il progetto stesso.

foto di due dottori

Come si articola il modello organizzativo?

Il progetto DARE adotta un modello a Hub & Spoke con tre poli territoriali (Nord, Centro, Sud Italia) e oltre 27 partner tra università, ospedali, enti di ricerca e aziende.

La Fondazione DARE, costituita nel 2022, coordina l’intero progetto come Hub, occupandosi di amministrazione, comunicazione istituzionale, monitoraggio e integrazione delle attività, con l’obiettivo di garantire coerenza strategica e impatti misurabili. La Fondazione, che attualmente presiedo, sta definendo un piano di sviluppo che le consenta di operare anche oltre il ciclo progettuale, affermandosi come interlocutore stabile e catalizzatore dell’innovazione nella sanità digitale.

I tre Spoke tematici costituiscono i pilastri scientifici e applicativi del progetto, ciascuno con un ruolo complementare e una rete di partner dedicata. Tutti gli Spoke operano su una base comune di: indicatori condivisi di processo e risultato; gestione integrata dei dati; sviluppo di competenze digitali; strategie di sostenibilità a lungo termine.

Quali sono le principali sfide etiche, legali e operative che il progetto DARE deve affrontare?

Il progetto DARE affronta una sfida complessa e cruciale: integrare la digital health nella pratica clinica non è solo un tema tecnologico, ma richiede di gestire con attenzione aspetti etici, legali e operativi.

Tra i nodi etici più rilevanti, spiccano la tutela della privacy e il rispetto dell’autodeterminazione individuale. L’ampio uso di dati sanitari, ambientali e comportamentali pone interrogativi su consenso informato, diritto all’oblio e riutilizzo dei dati. Un’altra sfida rilevante è rappresentata dall’equità nell’accesso: le innovazioni digitali rischiano di ampliare le disuguaglianze. DARE lavora per garantire accesso inclusivo e universale.

Sul piano legale, una questione centrale è l’adeguamento normativo (GDPR). Le soluzioni digitali devono rispettare la normativa europea e nazionale in materia di protezione dei dati, anche in ambiti ancora poco regolati come l’IA predittiva. Le applicazioni di IA destinate alla prevenzione dovranno aderire pienamente alla normativa europea, inclusa la recente AI Act.

Tra le principali sfide operative da affrontare vi è l’interoperabilità: le nuove piattaforme devono integrarsi con sistemi informativi sanitari ancora frammentati. Un’altra sfida cruciale è la formazione degli operatori: medici e personale devono essere formati per usare strumenti digitali in modo efficace, senza aggravare il carico di lavoro. Anche l’accettazione da parte dei cittadini rappresenta un elemento determinante: la fiducia è decisiva. DARE promuove modelli di prevenzione partecipativa che coinvolgano attivamente i pazienti.

Infine, è necessaria una profonda riorganizzazione amministrativa: l’adozione di servizi digitali richiede di semplificare procedure spesso complesse. DARE collabora con le istituzioni per favorire una governance più agile e aperta all’innovazione.

La vera sfida non è solo tecnologica, ma anche culturale: costruire fiducia, trasparenza e inclusione per rendere la prevenzione digitale una realtà condivisa ed efficace.

logo DARE

LE ATTIVITÀ DEL PROGETTO

Spoke 1

Tecnologie e fattori abilitanti per la prevenzione digitale

Coordinamento: Università di Bologna
Obiettivo: sviluppare tecnologie e infrastrutture per supportare la prevenzione lungo tutto il ciclo di vita
Funzione: agisce da solution provider, progettando soluzioni interoperabili e affrontando barriere legali, etiche e organizzative
Attività principali: Piattaforme digitali e modelli interoperabili; Standard etici e legali per la gestione dei dati; Linee guida per qualità e sostenibilità; Formazione e imprenditorialità nel digitale sanitario.


Spoke 2

Prevenzione primaria digitale basata sulla comunità

Coordinamento: Università di Palermo
Obiettivo: prevenire l’insorgenza delle malattie attraverso approcci digitali integrati nella comunità
Funzione: sviluppa modelli di prevenzione proattivi integrando dati clinici, ambientali e sociali
Attività principali: Sorveglianza epidemiologica locale; Monitoraggio di stili di vita e rischi ambientali; Applicazione digitale a screening e vaccini; Prevenzione lungo il corso della vita.


Spoke 3

Prevenzione secondaria e terziaria digitale

Coordinamento: Università di Roma Tor Vergata
Obiettivo: migliorare la gestione dei pazienti a rischio o con patologie già in corso
Funzione: personalizza la cura e migliora la qualità della vita attraverso soluzioni digitali
Attività principali: Algoritmi di stratificazione del rischio; Diagnosi precoce e monitoraggio digitale; Tecnologie indossabili e analisi big data

In breve

Che cos’è il progetto DARE?


DARE (DigitAl lifelong pRevEntion) è un’iniziativa di ricerca che punta a rivoluzionare la sanità italiana con soluzioni digitali per la prevenzione, sfruttando AI, Big Data e supercalcolo.


In che modo l’intelligenza artificiale migliora la prevenzione sanitaria?


L’AI analizza dati clinici e ambientali su larga scala, creando modelli predittivi personalizzati che aiutano a prevenire malattie croniche e a ottimizzare i percorsi di cura.