Skip to main content
Howard Davies

Howard Davies un vero british gentleman al servizio delle reti della ricerca

| Maddalena Vario | Ieri, oggi, domani

Articolo letto 808 volte

Viaggio nella vita di un appassionato pioniere delle reti della ricerca

foto di Howard Davies

Howard Davies

Si dice che le reti della ricerca stiano in piedi sulle spalle dei giganti: di sicuro uno di questi giganti è stato Howard Davies. Dalla prima rete internazionale della ricerca HEPnet all’associazione delle reti della ricerca europea RARE, fino alla creazione dell’organizzazione DANTE, oggi diventata GÉANT, Howard Davies ha sempre giocato un ruolo di primo piano e si può dire che la storia l’ha fatta davvero.

Abbiamo voluto ripercorrere la sua vita, parlare di lui, attraverso gli occhi di chi l’ha conosciuto. Ecco i ricordi di Fernando Liello e Claudio Allocchio, due esperti di rete che hanno fatto la storia di GARR e che hanno avuto la fortuna di lavorare con lui fianco a fianco.

Fernando Liello

Facevo parte del Comitato che ha selezionato Howard Davies per essere il primo direttore esecutivo, insieme a Dai Davies, dell’allora DANTE, l’organizzazione che si è occupata di realizzare e gestire la rete paneuropea della ricerca. Abbiamo lavorato insieme a tutte le diverse versioni della rete: le nostre riunioni si tenevano nelle sedi di DANTE a Cambridge e alcune volte ci si incontrava anche ad Amsterdam o a Bruxelles.

Howard si occupava maggiormente del contatto con la parte scientifica, mentre io della parte di coordinamento generale. Siamo rimasti sempre sulla stessa lunghezza d’onda, avevamo entrambi lavorato al CERN come ricercatori, dunque la mentalità che guidava ogni scelta era quella di vedere la rete come uno strumento della ricerca, sempre al servizio dell’utenza. Per lui era essenziale individuare quello di cui gli utenti avevano bisogno ed essere in grado di interpretare le loro necessità, anche se non palesemente espresse, per poi passare alla parte tecnico, implementativa. Era un uomo di grande cultura, di mentalità aperta, divertente, fu lui a trovare il nome DANTE presentandosi un giorno ad una riunione con una bottiglia d’olio di oliva Dante. Era un perfetto british gentleman e, come tale, aveva l’abitudine di parlare sottovoce. Una volta gli dissi scherzosamente: “Howard, mi rendo conto che parlare a bassa voce è segno d’educazione in Inghilterra, ma il problema è che noi non ti sentiamo!”. Ad un certo punto dovettero perfino regalargli un altoparlante portatile a batterie che poteva posizionarsi davanti quando parlava. Era un grande diplomatico e un acuto mediatore e aveva un vero e proprio fiuto per le necessità degli altri. Si trovava bene con le persone, gli piaceva dialogare. Direi che aveva una grande capacità di ascoltare e ascoltava davvero, anche quando i suoi interlocutori avevano punti di vista diversi dai suoi. Riusciva a capire le loro necessità al di là della soluzione e la sua grande abilità era quella di soddisfare comunque quelle esigenze, anche se con soluzioni diverse, che però mettevano d’accordo tutti.

Vedeva la rete come uno strumento della ricerca: sempre al servizio degli utenti.
Aveva grandi capacità di ascolto e riusciva con equilibrio a mettere tutti d’accordo

In un certo senso io ero il suo complemento, ero d’accordo con questa sua strategia e, come presidente del Comitato, mi assumevo il rischio affinché le cose venissero approvate. Poi c’era l’altro direttore esecutivo, Dai Davies, con una mentalità marcatamente più commerciale, che avevamo selezionato proprio perché erano diversi ma complementari: questa scelta di personalità si rivelò strategica e infatti permise la creazione di sinergie preziose e rafforzamenti reciproci.

Howard è stato anche un divulgatore, per lui era importante che i giovani sapessero ed infatti è stato chief editor di uno dei primi libri mai scritti sulla storia della reti della ricerca: A History of International Research Networking: The People who Made it Happen. Ha cominciato a scrivere il libro quando ancora lavorava e poi è stato pubblicato quando è andato in pensione.

Di sicuro posso dire che Howard, con la sua visione pionieristica delle reti della ricerca e la sua capacità di mantenere tutto in equilibrio, ha lasciato un grande vuoto.

Claudio Allocchio

Howard era prima di tutto uno scienziato, che aveva capito a cosa servivano le reti. L’ho conosciuto negli anni ’80 al CERN, io ero ancora agli inizi e lui aveva già ben molto chiaro che la rete era uno strumento per fare ricerca. C’erano lui, Enzo Valente che allora, come tutti noi, si occupava di esperimenti di fisica, c’era Peter Villemoes, che è stato molti anni a capo della rete della ricerca Nordunet, e François Fluckiger, del CERN, che si occupava del centro di calcolo e dei primi tentativi di rete locale. Erano prevalentemente fisici, che avevano la necessità di scambiare dati e di conseguenza stavano realizzando la prima rete internazionale della ricerca HEPnet. Ad un certo punto Howard e molti altri capirono che bisognava fare squadra per fare in modo che la Commissione europea finanziasse la realizzazione di una dorsale di rete europea.

copertina A History of International Research Networking

Howard Davies ha lavorato con Beatrice Bressan del CERN alla redazione del libro A History of International Research Networking - The People who Made it Happen, lasciando così alla comunità GÉANT un importante pezzo di storia sulle reti.

Sin dal 1986 esisteva già RARE, la prima associazione delle reti della ricerca europea, poi diventata TERENA ed infine GÉANT Association, ma era necessario creare qualcosa di specifico, una divisione staccata, per poter avere la struttura adatta a creare e gestire un grosso backbone internazionale e occuparsi esclusivamente di fare la rete. E fu così che nacque DANTE. Howard ne diventò direttore esecutivo insieme a Dai Davies e ricordo che li chiamavano scherzosamente “i gemelli Davies”. In realtà erano diversissimi ma assolutamente complementari e insieme formavano un’ottima squadra. L’uno era un grande diplomatico, l’altro un grande manager e un abile commerciale e, lavorando fianco a fianco, hanno saputo far funzionare DANTE. Forse Howard era un pochino in imbarazzo per questo accostamento, direi bizzarro, con il suo omonimo Dai, visto che avevano una formazione e una mentalità completamente diverse, uno da scienziato e l’altro da manager, ma non lo mostrava.

Aveva un grande senso dell’umorismo e sapeva ridere anche di se stesso, qualità direi rara da incontrare. Ricordo che girava sempre in tweed, con il maglione e senza cravatta, anche negli incontri più formali. Era un vero british gentleman, con lui un gentleman agreement aveva lo stesso valore di un accordo firmato. Era una persona curiosa e, anche se non lo dava a vedere, voleva sapere sempre cosa stava succedendo: dietro le sue domande discrete si poteva intuire il suo desiderio costruttivo di capire cosa una persona stava facendo e perché.

GARR e tutte le reti della ricerca europee debbono molto a Howard: senza di lui, non ci sarebbero tante delle cose che diamo per scontate

Sapeva trascinare nella direzione giusta e fare in modo, nello stesso tempo, che le persone potessero tirare fuori le proprie risorse: chi aveva voglia di fare, veniva sempre spronato e incoraggiato da Howard.

Cercava di tenere tutti in equilibrio e, quando si tratta di tanti milioni da gestire, direi che non è una cosa facile. Sapeva inoltre mantenere l’equilibrio tra le vere necessità della rete e quello che la Commissione europea chiedeva ed il suo focus era sullo spendere i finanziamenti nella maniera migliore possibile. Ricordo, a questo proposito, che la Commissione europea spingeva affinché tutto fosse realizzato con il protocollo OSI e la nascita del progetto COSINE ne era la chiara testimonianza. Ho lavorato con lui proprio in questo progetto: io mi occupavo della posta elettronica, lui delle reti e non potrò mai dimenticare la sua perfetta capacità di interfacciarsi con la Commissione, pur quando le sue idee erano diverse, senza tuttavia rinunciare a ciò in cui credeva.

GARR e tutte le reti della ricerca europee debbono molto a Howard, senza di lui tante delle cose che oggi diamo per scontate di sicuro non ci sarebbero.

TRA I PADRI FONDATORI DELLA RETE EUROPEA DELLA RICERCA GÉANT

Howard Davies dal 1989 al 1991 è stato Direttore dell'Unità di Project Management ad interim COSINE e dal 1992 al 1994 è stato Vicepresidente di RARE.
In qualità di codirettore generale di DANTE, Howard ha svolto un ruolo di primo piano nell'implementazione di un'infrastruttura rete sempre più potente per supportare i servizi di rete per la ricerca e l'istruzione.
Prima che Howard andasse in pensione alla fine del 2001, ha assistito al lancio della rete GÉANT.
Howard si è impegnato nella costruzione della comunità delle reti della ricerca, essendo uno dei padri fondatori di DANTE, diventata GÉANT, che oggi interconnette oltre 110 paesi in tutto il mondo, con milioni di scienziati e studenti che utilizzano i suoi servizi ogni giorno.

Ti è piaciuto questo articolo? Faccelo sapere!
Dai un voto da 1 a 5, ne terremo conto per scrivere i prossimi articoli.

Voto attuale: