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Horizon Europe: finalmente ci siamo
| Marco Falzetti | internazionale
Prende forma il nuovo programma quadro per ricerca e innovazione
Il sette luglio scorso la Commissione europea ha presentato la sua proposta per il nuovo Programma Quadro di Ricerca e Innovazione che ci accompagnerà dal 2021 al 2027; gli elementi fondamentali di Horizon Europe (HEU) sembrano ormai chiari.
Marco Falzetti
APRE - Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea
Direttore
Benché il nuovo programma abbia fatto del motto “evoluzione e non rivoluzione” il suo asse portante, forse sta tentando di cambiare le cose molto più a fondo di quanto appaia a prima vista. La contrapposizione tra “evoluzione” e “rivoluzione” evocata dalla Commissione va intesa in primo luogo come rassicurazione per gli utenti tradizionali del programma quadro circa una ragionevole continuità con il passato, che non andasse ad azzerare il know-how e l’esperienza acquisita.
HEU: almost there!
Last July the EC has unveiled its proposal for Horizon Europe, the next Framework Programme for Research and Innovation 2021-2017. Its motto may be "evolution not revolution" but its ambitions are not any the less revolutionary.
In secondo luogo, si è voluto salvare e riproporre quanto in H2020 si è ritenuto aver funzionato adeguatamente. Questa impostazione, del tutto ragionevole e pragmatica, ha portato a muoversi lungo tre linee. La prima si è tradotta nel traghettamento, in una logica di cavallo vincente non si cambia, di gran parte delle azioni del primo pilastro di H2020: la ricerca di base ERC, MSCA, Infrastrutture, che restano sostanzialmente invariate. La seconda ha portato alla definizione di un secondo pilastro di Horizon Europe, frutto di una fusione reinterpretata di buona parte del secondo e terzo pillar di H2020 in una strutturazione molto meno sector oriented a favore di un’organizzazione problem oriented, con l’introduzione della nuova dimensione delle Mission. Infine, si è creato un terzo pilastro con l’obiettivo principalmente di ridisegnare e razionalizzare le azioni di supporto all’innovazione, con l’introduzione della grande novità dell’European Innovation Council.
CON I CIRCA 100 MILIARDI DI EURO ALLOCATI A HORIZON EUROPE, LA COMMISSIONE HA VOLUTO DARE UN SEGNALE FORTE CIRCA L'IMPORTANZA DEL CAPITOLO RICERCA E INNOVAZIONE
All’interno di questo disegno strutturale non bisogna dimenticare alcuni elementi funzionali che vedranno anch’essi delle evoluzioni che potrebbero a loro volta avere un impatto sull’operatività del programma, in base a come la Commissione intenderà gestirne l’implementazione. Tra questi ne evidenzio almeno due. Il primo è la semplificazione delle regole partecipative, tradizionale cavallo di battaglia di ogni nuovo programma quadro, che potrebbe aprire ad un uso più sistematico del finanziamento forfettario a scapito dei tradizionali meccanismi rendicontativi: una soluzione apparentemente semplificante, ma che potrebbe scaricare sul coordinatore una serie di carichi e responsabilità amministrative non indifferenti, oltre ad una maggiore complessità nella fase di definizione della proposta. Il secondo è rappresentato dalla rivisitazione delle politiche di partnership che la Commissione intende lanciare in Horizon Europe.
La Commissione ha giustamente posto una questione di razionalizzazione e ridefinizione di alcuni meccanismi alla base di quell’insieme di relazioni strutturate tra Commissione, stakeholder e Stati Membri che affollano di acronimi l’attuale scenario di H2020. Sto parlando di PPP, PPPc, IDI, Eranet, JPI, KIC, e chi più ne ha più ne metta. Il problema è però che il sistema italiano, sia come ricerca, ma soprattutto come industria è ben presente e attivo in molti di questi sistemi e ottiene percentualmente risultati migliori, rispetto ad altre parti dell’attuale programma H2020. Qualunque sia il processo che la Commissione intenderà avviare su questo fronte sarà importante non compromettere le posizioni raggiunte da molti attori nazionali in questi contesti.
PLAUSO ALLA COMMISSIONE CHE IN QUESTA FASE DI PERPLESSITÀ DEGLI STATI MEMBRI SULL'AUMENTO DEL BILANCIO COMUNITARIO HA PROPOSTO UN SOSTANZIALE AUMENTO DEL BUDGET DESTINATO ALLA RICERCA
Chiudo con qualche prima considerazione su questa proposta. Cominciamo dal budget. Con i circa 100 miliardi di euro, la Commissione ha mantenuto il suo impegno nel voler dare un segnale forte circa l’importanza del capitolo ricerca ed innovazione. Come sottolineato dal Commissario Moedas, si tratta della voce di bilancio comunitario con il più alto incremento percentuale rispetto alla precedente programmazione. Quindi, plauso alla Commissione che in questa fase di Brexit, e di perplessità degli Stati Membri sull’aumento al budget comunitario, non solo non ha dato un segnale di riduzione, ma ha proposto un sostanziale incremento del budget destinato alla ricerca (al netto, tra l’altro, del contributo al nuovo programma di ricerca per la difesa, che avrà budget a parte). Sarà ora importante che nel corso della negoziazione su MFF, ovvero sull’intero budget comunitario, i compromessi tra gli Stati Membri non portino ad una riduzione proprio di questa voce di bilancio.
COMUNQUE VADA I PROSSIMI MESI SARANNO FONDAMENTALI PER DEFINIRE LA STRUTTURA DEL FUTURO PROGRAMMA HORIZON EUROPE
Nonostante una generale perplessità sulla volontà di chiudere il processo di approvazione legislativa della proposta Horizon Europe entro la fine dell’attuale legislatura europea (aprile 2019), la Commissione sembra ferma nella sua posizione. La parola d’ordine è accelerare quanto più possibile il processo di prima lettura e blindare la proposta entro la primavera 2019. Comunque vada, una cosa è certa: i prossimi mesi saranno fondamentali per definire la struttura del futuro programma HEU nella sua forma finale ed è importante che il sistema nazionale si esprima in ogni sua componente in modo chiaro, efficace e coeso. L’augurio è quindi di riuscire a convergere verso una strategia nazionale incentrata su un numero ragionevolmente limitato di interventi che siano davvero la migliore sintesi di priorità di interessi nazionali da salvaguardare.
APRE, nel suo ruolo di hub di una larga e variegata comunità di stakeholder del mondo scientifico e dell’industria, ci sarà per fare la sua parte.
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