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©EGO/INFN
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MEET: una rete per le geoscienze

| Sara Di Giorgio | Caffè scientifico

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Dall’INGV un progetto per lo sviluppo delle reti scientifiche dedicate al monitoraggio e all’osservazione della Terra

Intervista a Giulio Selvaggi, INGV

MEET, il progetto finanziato con i fondi del PNRR sta realizzando il rafforzamento e lo sviluppo della rete scientifica osservativa per le geoscienze, ne parliamo con il coordinatore scientifico del progetto, Giulio Selvaggi, sismologo dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia INGV già direttore del centro nazionale terremoti.

Innanzitutto, ci può spiegare il progetto e quali sono i suoi obiettivi principali?

Il progetto MEET, finanziato con i fondi del PNRR, mira a rafforzare e sviluppare la rete scientifica osservativa per le geoscienze. Il nostro obiettivo principale è analizzare l’evoluzione tettonica del pianeta, con particolare attenzione all’Italia, un territorio notoriamente attivo per terremoti e attività vulcanica.

L’Italia, essendo situata nel bacino del Mediterraneo, è soggetta a frequenti attività sismica e vulcanica. In che modo la scienza può aiutare ad affrontare queste situazioni di emergenza?

La scienza gioca un ruolo fondamentale nel comprendere e mitigare i rischi sismici e vulcanici. Attraverso il progetto MEET, puntiamo a migliorare le reti di osservazione sismologiche, geodetiche e geochimiche, così da poter raccogliere dati accurati e tempestivi ed fornire un servizio rapido ed efficiente per gestire e trasmettere le situazioni di emergenza che purtroppo si verificano nel nostro paese. Inoltre, svilupperemo osservatori naturali, come l’Osservatorio di Pizzi Deneri sull’Etna e Sos Enattos in Sardegna, che ci aiuteranno a studiare i fenomeni vulcanici e a registrare segnali sismici poco conosciuti.

Uno degli aspetti chiave del progetto è la connettività e la potenza di calcolo. Come intendete implementare le infrastrutture di ricerca e calcolo di Terabit?

Per raggiungere i nostri obiettivi, è essenziale avere una solida connettività e potenza di calcolo. Stiamo lavorando per implementare una delle tre infrastrutture di ricerca e calcolo di Terabit, che ci permetteranno di elaborare e trasmettere dati in modo efficiente e veloce. Questo ci aiuterà a gestire meglio le emergenze sismiche e vulcaniche.

Il progetto prevede anche di condividere i dati scientifici e i prodotti di ricerca con la comunità scientifica internazionale. Come intendete realizzare questa condivisione?

Esattamente, la condivisione dei dati è un aspetto fondamentale per promuovere la collaborazione internazionale nella ricerca geoscientifica. Per farlo, implementeremo piattaforme informatiche innovative, coerenti con i principi dell’Open Access e del FAIR (Findable Accessible Interoperable Reusable). Questo ci permetterà di rendere i dati e i prodotti di ricerca accessibili e utilizzabili da parte della comunità scientifica globale.

A giugno l’Italia ha presentato la candidatura per ospitare l’Einstein Telescope, un progetto scientifico di grande prestigio per la rivelazione delle onde gravitazionali. Come si collega questa candidatura al progetto MEET?

La candidatura per ospitare l’Einstein Telescope rappresenta un’importante opportunità per l’Italia e la ricerca scientifica internazionale. Nel contesto di MEET, l’INGV, che è uno dei partner del progetto Einstein Telescope, ha avuto l’opportunità di condurre esperimenti nella miniera di Sos Enattos fin dal 2019. Grazie ai finanziamenti ottenuti tramite MEET, realizzeremo le infrastrutture per un nuovo osservatorio geofisico sotterraneo in questa miniera, che ci permetterà di studiare l’interno della Terra in una zona caratterizzata da calma sismica e geodinamica, garantendo dati di eccellente qualità.

Qual è l’importanza di ospitare l’Einstein Telescope in Italia e quali benefici potrebbe portare al paese e alla ricerca scientifica?

Ospitare l’Einstein Telescope in Italia sarebbe un enorme vantaggio per la ricerca scientifica nel nostro paese. Questo strumento è cruciale per lo studio delle onde gravitazionali e attirerebbe l’attenzione delle comunità scientifiche di tutto il mondo verso la Sardegna, consolidando la posizione dell’Italia nella ricerca geoscientifica internazionale. La possibilità di contribuire attivamente a un progetto così prestigioso aprirebbe nuove opportunità e prospettive per la scienza italiana.

Infine, qual è il messaggio principale che il progetto MEET e la candidatura dell’Einstein Telescope vogliono trasmettere riguardo alla ricerca geoscientifica e alla collaborazione internazionale?

I progetti MEET e l’Einstein Telescope rappresentano una nuova frontiera per la scienza italiana. Essi dimostrano il nostro impegno per promuovere la ricerca geoscientifica e la collaborazione internazionale, cercando di comprendere meglio i processi geologici del nostro pianeta. Questi progetti proiettano l’Italia verso il futuro della conoscenza e dell’esplorazione della Terra e dell’universo, sottolineando l’importanza di condividere dati e risultati con la comunità scientifica globale per affrontare le sfide geologiche e sismiche del nostro tempo.

Spero che il nostro lavoro possa contribuire a rendere il nostro mondo un posto più sicuro e conoscere meglio i segreti della Terra che ci ospita.

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