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PNRR: la ripresa parte (anche) dalla rete
| Federica Tanlongo, Carlo Volpe | Osservatorio della rete
Tante le iniziative finanziate dal MUR attraverso il PNRR dedicate alle infrastrutture di ricerca: tra queste c’è anche la rete GARR-T
Una sfida senza precedenti per la comunità dell’università e della ricerca, ma anche una grandissima opportunità per evolvere il sistema della ricerca e renderlo competitivo
l Ministero dell’Università e della Ricerca ha presentato le iniziative che saranno finanziate nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di 5 Centri Nazionali per la ricerca in filiera, 11 Ecosistemi dell’innovazione a livello territoriale e 49 Infrastrutture di ricerca e tecnologiche di innovazione. In totale l’investimento ammonta a oltre 4,3 miliardi di euro.
Una sfida senza precedenti per la comunità dell’università e della ricerca, ma anche una grandissima opportunità per evolvere il sistema della ricerca e renderlo competitivo, dotandolo di infrastrutture di ultima generazione, al passo con quelle disponibili nei paesi più avanzati.
L’importanza di un intervento sinergico e rivoluzionario per la ricerca italiana è stata sottolineata anche dal ministro Maria Cristina Messa in occasione della presentazione del Piano: “Stiamo dando un volto nuovo al sistema della formazione e della ricerca in Italia” ha dichiarato il Ministro. “Università, istituzioni dell’alta formazione artistica, enti di ricerca, enti e istituzioni pubbliche e private, imprese hanno lavorato insieme, forse come mai prima avevano fatto, presentando progetti di altissima qualità tecnico-scientifica riconosciuta dagli esperti stranieri che li hanno valutati e abbiamo dimostrato che anche in Italia, in soli sei mesi, si possono assegnare risorse per miliardi di euro in modo competitivo, trasparente ed efficiente”.
Centri Nazionali
I 5 Centri nazionali, per i quali è destinato un investimento complessivo di 1,6 miliardi di euro, sono aggregazioni di università, di enti e organismi pubblici e privati di ricerca, di imprese presenti e distribuite sull’intero territorio nazionale e sono organizzati in una struttura “Hub & Spoke”, con l’Hub che svolgerà attività di gestione e coordinamento e gli Spoke quelle di ricerca.
Finanziate con circa 320 milioni di euro ciascuna, queste reti di ricerca sono dedicate a cinque aree strategiche per lo sviluppo del Paese: Simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni; Agritech; Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA; Mobilità sostenibile; Biodiversità.
Infrastrutture di ricerca e di innovazione tecnologiche
Alla creazione e il potenziamento delle Infrastrutture di Ricerca (IR) presenti nel Piano Nazionale delle Infrastrutture di Ricerca 2021-2027 è stato destinato un investimento complessivo di 1,08 miliardi di euro. In questa categoria rientrano infrastrutture, strumentazione e servizi utilizzati dalla comunità scientifica per compiere ricerche nei rispettivi settori: non solo impianti, strutture, complessi di strumenti scientifici, ma anche risorse basate sulla conoscenza quali collezioni, archivi o informazioni scientifiche strutturate e infrastrutture digitali, il materiale informatico, il software, gli strumenti di comunicazione e ogni altro mezzo necessario per condurre la ricerca.
Gli interventi sono divisi per aree tematiche, con 400 milioni per le infrastrutture del settore “Scienze fisiche e ingegneria”, 200 milioni a testa per “Ambiente” e “Salute e Cibo”, 100 milioni per “Innovazione sociale e culturale”, 90 milioni ciascuno per “Data, computing e infrastrutture di ricerca digitali” e “Energia”.
Ecosistemi dell’innovazione territoriali
Gli 11 Ecosistemi, che possono contare su un investimento complessivo di 1,3 miliardi di euro, sono reti di università statali e non statali, enti pubblici di ricerca, enti pubblici territoriali, altri soggetti pubblici e privati altamente qualificati e internazionalmente riconosciuti, e intervengono su aree di specializzazione tecnologica coerenti con le vocazioni industriali e di ricerca del territorio di riferimento, regionale o sovraregionale, promuovendo e rafforzando la collaborazione tra il sistema della ricerca, il sistema produttivo e le istituzioni territoriali.
Hanno l’obiettivo di agevolare il trasferimento tecnologico e accelerare la trasformazione digitale dei processi produttivi delle imprese in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale e di impatto sociale sul territorio. Le risorse a disposizione finanziano attività di ricerca applicata, di formazione per ridurre il disallineamento tra le competenze richieste dalle imprese e quelle offerte dalle università, la valorizzazione dei risultati della ricerca con il loro trasferimento all’impresa, il supporto alla nascita e sviluppo di start-up e spin-off da ricerca, promuovendo le attività e i servizi di incubazione e di fondi venture capital.
Il ruolo di GARR
GARR sarà protagonista di due iniziative presentate in collaborazione con diversi enti di ricerca e università: la prima è il Centro Nazionale per simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni, che promuoverà ricerca e innovazione in questo settore a partire da una infrastruttura di punta per l’High Performance Computing (HPC) e la gestione di Big Data, capace di integrare le tecnologie emergenti disponibili, comprese quelle per il Quantum Computing e fondarsi su una rete telematica nazionale con capacita’ al Terabit. L’attività del Centro, che partirà ufficialmente a Settembre, si focalizza da un lato sul potenziamento dell’infrastruttura HPC e Big Data italiana e, dall’altro sullo sviluppo di metodi e applicazioni numeriche avanzati, di strumenti software e workflow, per integrare il calcolo, la simulazione, la raccolta e l’analisi di dati di interesse per il sistema della ricerca e per il sistema produttivo e sociale, anche attraverso approcci in cloud e distribuiti.
La seconda è TeRABIT (Terabit network for Research and Academic Big data in ITaly), finanziata nell’ambito della call dedicata alle Infrastrutture di Ricerca, nella sezione “Data, computing e infrastrutture di ricerca digitali” (DIGIT). Il progetto vuole integrare due infrastrutture di calcolo HPC e a elevato throughput dedicate alla ricerca, PRACE-Italia e HPC-BD-AI, e tra i suoi obiettivi vi è la realizzazione dell’infrastruttura di rete di ultima generazione necessaria.
Nelle due proposte il finanziamento destinato a GARR è rispettivamente di circa 15,2 milioni di euro e circa 17,6 milioni di euro. In accordo con il Piano Nazionale Infrastrutture di Ricerca (PNIR) 2021–2027, che riconosce la rete GARR come abilitante per le grandi infrastrutture di ricerca e per lo scambio dati tra i centri di supercalcolo, i finanziamenti approvati nel quadro del PNRR si vanno ad aggiungere ai 25 milioni di euro già impegnati su fondi GARR dal 2020, per avviare la realizzazione della rete di ultima generazione GARR T.
Il MUR ha inoltre destinato al CNR e all’INFN 6 milioni ciascuno provenienti dal Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca per l’anno 2021, da destinare agli interventi che GARR dovrà mettere in atto per il completamento del progetto GARR-T.
Grazie a questi interventi, GARR-T sarà in grado di offrire connettività e servizi avanzati alle varie infrastrutture di ricerca e di calcolo. Progettata per fornire collegamenti solidi e con capacità estremamente elevate, nell’ordine del Terabit al secondo, e in grado di assicurare trasferimenti di ingenti moli di dati con latenza minima. GARR-T adotta un approccio innovativo per la gestione operativa ed il monitoraggio, basato sia sull’automazione dei processi operativi che sull’utilizzo dei nuovi paradigmi di monitoring che fanno uso di dati telemetrici ed algoritmi di AI.
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