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Per un pugno di IP(v4)
| Gabriella Paolini | ipv6
Venerdì 14 Settembre 2012 RIPE NCC, il Regional Internet Registry (RIR) per l’Europa, il Medio Oriente e parte dell’Asia Centrale, ha assegnato l’ultimo blocco di indirizzi IPv4 dallo spazio che aveva a disposizione rispettando le normali regole di assegnazione.
Questo significa che adesso sono in distribuzione ai Local Internet Registries (LIRs) indirizzi IPv4 che provengono dall’ultima /8 assegnata a RIPE, seguendo delle regole precise definite nel documento “IPv4 Address Allocation and Assignment Policies for the RIPE NCC Service Region”. Nella sezione 5.6 si stabilisce che un LIR può richiedere al massimo uno spazio di 1024 indirizzi IPv4, anche se è in grado di giustificare una necessità più ampia di indirizzi.
Questo spazio gli sarà concesso solo se ha già ricevuto un indirizzamento IPv6. Non saranno inoltre assegnate nuove reti IPv4 Provider Independent (PI). Da questo momento è necessario che ogni LIR adotti IPv6 per le proprie reti per assicurare continuità di servizio e la crescita futura di Internet. A questo proposito è interessante l’analisi messa in atto da RIPE per misurare la pervasione di IPv6 nell’internet Europeo. Il numero di LIR che non hanno ancora richiesto IPv6 è passato sotto il 50%. Sono il 46%, 4007 su 8630 LIR totali. Fra i paesi più pronti per IPv6 troviamo l’Armenia (solo il 10% è solo IPv4), la Slovenia (18% solo IPv4), la Romania e la Moldavia (25% solo IPv4).
All’inizio del 2011 GARR ha tenuto un corso online di IPv6 pensato per gli amministratori di rete delle università e degli enti di ricerca, ma apprezzato anche da partecipanti di altri ambienti. Le registrazioni audiovideo delle lezioni (10, della durata di un’ora e mezzo) sono disponibili su: www.learning.garr.it
Dall’altro lato troviamo fanalino di coda il Tajikistan, dove gli 8 LIR presenti sono tutti IPv4 only. L’Italia si trova al 45o posto, dietro alla Federazione Russa, con il 60% di LIR ancora solo IPv4. C’è ancora molta strada da fare, anche se nascono giorno dopo giorno nuove iniziative che riguardano IPv6. Il sito IPv6-test.com è nato per controllare il vostro collegamento IPv6, ma risulta utile anche per vedere quello che succede nelle varie nazioni, Italia compresa. In particolare lo speed test mette a confronto il collegamento IPv4 con il collegamento IPv6 in termini di velocità.
Confortanti anche le notizie che arrivano da Akamai, uno dei più grandi distributori di contenuti a livello mondiale. Nel suo rapporto sullo stato di Internet, Akamai rivela che il volume del traffico IPv6 rispetto allo scorso anno è 460 volte più grande.
Si parla comunque di bazzecole, sotto allo 0 per cento, rispetto al traffico complessivo sviluppato dalla loro rete CDN in IPv4. Ma è comunque un buon inizio. Inoltre gli analisti ingaggiati dalla società americana hanno previsto che il passaggio ad IPv6 in larga scala avverrà entro i prossimi tre, quattro anni. Anche se sono concordi nel fatto che l’adozione di IPv6 avverrà in modo troppo lento per evitare i problemi che deriveranno dall’esaurimento degli indirizzi IPv4. Uno degli elementi mancanti del puzzle che permetterà un passaggio trasparente ad IPv6 è il supporto per il nuovo protocollo da parte del noto programma per il VoIP e la messaggistica Skype, acquisito lo scorso anno da Microsoft. Per richiedere tale upgrade è stata creata anche una petizione popolare online promossa da Dick Visser, System e Network Engineer di TERENA.
Dal lato suo Microsoft nel nuovo sistema operativo, da poco disponibile anche in Italia, preferisce la connettività IPv6, se disponibile. Windows 8 usa le direttive della RFC 3484 “IPv6 address selection”. Considerando che il proprio device potrebbe avere più indirizzi Ipv6 e indirizzi IPv4 ed anche la destinazione potrebbe avere multipli indirizzi, lo stack deve essere abbastanza intelligente da capire la migliore coppia sorgente- destinazione da usare per la connessione. Questa funzionalità, chiamata address sorting, è uno degli elementi su cui punta il nuovo sistema operativo di Microsoft. Inoltre Windows 8 userà IPv6, se disponibile, per scaricare gli update di Windows. Per quanto riguarda invece l’hardware, RIPE ha realizzato una matrice fra funzionalità IPv6 e i CPE (customer premise equipment) delle maggiori marche sul mercato, dando una panoramica aggiornata sulla compatibilità di questi prodotti che spesso sono stati accusati di non essere ancora pronti per IPv6.
Per maggiori informazioni:
www.ripe.net/ripe/docs/ripe-553
https://ripeness.ripe.net/
https://ipv6-test.com/stats/country/IT
www.akamai.com/stateoftheinternet
www.ipv6actnow.org/info/cpe-surveymatrix
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