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Marvin Meyer - Unsplash
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Open Education e Intelligenze Artificiali: opportunità e rischi

| Matteo Uggeri, Eleonora Pantò | la voce della comunità
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Racconti dal progetto europeo Encore+

di Matteo Uggeri ed Eleonora Pantò Fondazione Politecnico di Milano

Si parla molto di Intelligenza Artificiale (AI) ed in particolare del più evoluto Large Language Model (LLM) al momento disponibile ed è quindi naturale che anche l’open education si confronti con queste tecnologie.

Come si relazionano i LLM con le OER?

La comparsa di ChatGPT ha allarmato il mondo dell’educazione: gli studenti useranno il LLM per farsi fare i compiti? Il dibattito si è acceso, al punto che addirittura in qualche università italiana c’è chi propone di non richiedere più la tesi per la laurea breve. A sorpresa, però, un’indagine condotta dalla Walton Family Foundation ha evidenziato che sono gli insegnanti ad utilizzare ChatGPT più degli studenti: è stato chiesto a 1002 insegnanti e 1000 studenti (tra i 12 e i 17 anni) se utilizzavano ChatGPT: il 51% degli insegnanti ha risposto di utilizzarlo, contro il 33% degli studenti.

Sono gli insegnanti ad utilizzare ChatGPT più degli studenti: il 51% degli insegnanti contro il 33% degli studenti

E che dire delle OER? Secondo D. Wiley, gli LLM potrebbero aiutare gli insegnanti e i progettisti didattici a produrre contenuti informativi in modo rapido ed economico, oltre ad aiutarli nella creazione di bozze di percorsi didattici o corsi di formazione.

Dal punto di vista del copyright, i risultati dei LLM non sono “opere originali” e per questo motivo non possono essere protetti. Se da un lato quindi si può risparmiare utilizzando questo software, dall’altro dobbiamo ricordare che gli LLM non forniranno contenuti originali.

Come Encore+ affronta questi dilemmi

Encore+ è un progetto finanziato dall’UE partito nel 2020. Il suo obiettivo principale è quello di porre le basi per un meta-repository europeo di risorse educative aperte. Per fare questo sono stati analizzati i portali esistenti e raccolti bisogni e desiderata dei principali attori del processo che gravita attorno alle OER: università (dai docenti agli studenti) ma anche aziende che costruiscono prodotti e-Learning. Inoltre è in corso un’attenta analisi delle potenzialità della tecnologia applicata o applicabile, all’interno della quale si colloca anche l’AI.

La tecnologia sta ridefinendo l’ecosistema OER?

L’uso dell’AI nell’istruzione non è una novità: le piattaforme e i repository di apprendimento includono questi strumenti per eseguire l’analisi e il meta-tagging dei contenuti, misurare il numero di accessi a una risorsa per determinarne la qualità o creare classifiche.

Per il filosofo dell’apprendimento S. Downes, “la nostra comprensione del concetto di risorsa educativa aperta cambia da una definizione basata sulle metafore dei libri e delle biblioteche verso una basata sui concetti di reti di elaborazione dati, servizi e applicazioni cloud, registri decentralizzati basati sulla crittografia e progettazione ed elaborazione delle informazioni assistite dall’AI”.

Passare dalla metafora del libro a quella dei dati è fondamentale per pensare alle competenze necessarie agli insegnanti, che ora sono dotati di sistemi in grado di analizzare il comportamento degli utenti e possono meglio utilizzare il feedback per la pianificazione delle risorse e dei corsi, per prevenire l’abbandono e favorire l’orientamento. Vediamo ora alcune delle potenzialità individuate da Encore+ sulle relazioni tra apprendimento ed AI.

Creazione di contenuti

L’AI potrebbe potenziare la creazione di OER: come Falcon di H5P, che utilizza l’AI per trasformare contenuti statici esistenti (documenti, video o audio) in contenuti interattivi e condivisibili come OER.

Falcon analizza il file sorgente, ad esempio un video, lo trascrive in un testo, estrae i concetti principali e genera nuovi contenuti interattivi come test di valutazione o un glossario di termini.

logo encore+

Lingue ed inclusione

La disponibilità di risorse educative in lingue diverse è un fattore chiave di inclusione e di accesso aperto. Sebbene in generale, ChatGPT funzioni meglio in inglese grazie alla disponibilità di una base dati più ampia per addestrare i sistemi, la sua potenzialità per tutte le altre lingue minori è comunque enorme.

Contenuti creati dagli studenti

Un LLM è utile come supporto allo sblocco creativo, individuale o in contesti di brainstorming. Il dialogo con il chatbot può fornire un punto di partenza per sviluppare documenti inediti da parte degli studenti, che spesso si sentono immobilizzati di fronte alla pagina bianca. In questi casi, ciò che ChatGPT genera è per ora piuttosto mediocre ma, proprio in questo suo essere scarsamente inventivo, può attivare un meccanismo per il quale lo studente si senta capace di fare di meglio.

Valutazioni rinnovate

ChatGPT consente agli studenti di superare i test e li facilita nell’esecuzione dei compiti, con la conseguenza di un mancato apprendimento. È chiaro, quindi, che le istituzioni educative a tutti i livelli devono ridefinire i processi di valutazione e consentire agli studenti di utilizzare questi strumenti nel loro processo di apprendimento, in quanto faranno parte nella loro futura vita professionale. L’AI potrebbe essere un valido supporto per migliorare i processi di valutazione, fornendo anche feedback immediati agli studenti rispetto a ciò che fanno e tendendo a spazzare via alcune delle valutazioni con i metodi più deboli che usiamo attualmente, come quiz e tesine. Un LLM può essere un ottimo aiuto per definire l’impostazione e la struttura degli elaborati, ma gli studenti dovranno comunque verificarne le fonti, allenarsi a decodificare la verità: attività che richiedono competenze di information literacy, il che è positivo.

Le istituzioni educative devono ridefinire i processi di valutazione e consentire agli studenti di utilizzare questi strumenti nel loro processo di apprendimento

Sviluppo di nuove competenze

Su entrambi i fronti del processo di apprendimento è necessario sviluppare nuove competenze: gli studenti devono coltivare le abilità fondamentali che li renderanno in grado di sfruttare il potenziale dell’AI e gli insegnanti devono aggiornare le proprie competenze per un uso creativo e formativo di strumenti come ChatGPT o simili.

Online abbondano i corsi, anche gratuiti, di prompt design o, più specificamente, sull’uso dell’AI per l’istruzione.

Nuovi modelli di business tra OER ed AI

Nuovi modelli di business stanno già emergendo per le aziende dell’educazione aperta: la maggior parte delle ed-tech company che utilizzano OER non si concentrano solo sui contenuti e sul processo di archiviazione e recupero, ma su servizi come percorsi di apprendimento e curricula personalizzati per offrire migliori esperienze all’utente.

La disponibilità dell’API OpenAI serve a promuovere la collaborazione tra le aziende e supporta lo sviluppo di nuove applicazioni, che è infatti uno degli obiettivi dichiarati di Encore+.

Coaching e accompagnamento virtuale tra OER e mondo aziendale

Sempre restando nel mondo aziendale si può citare l’esempio di Duolingo, app molto popolare per imparare le lingue, che offrirà nuovi servizi basati su ChatGPT 4.0 per dare un migliore supporto agli studenti nella comprensione dei propri errori. Similmente, in campo di educazione aperta, Khan Academy ha recentemente presentato Khanmigo, una sorta di coach su misura che stimola il pensiero critico e suggerisce risorse pertinenti.

Conclusioni: una questione di fiducia?

In termini di risorse educative aperte, implementare processi AI di controllo della qualità nei repository di OER può quindi aiutare studenti e insegnanti a fare affidamento su risorse valide, aggiornate e affidabili.

Questo accento sui concetti di trasparenza e di qualità ha portato rapidamente la discussione a quella che può essere considerata la “questione definitiva” quando si tratta del rapporto tra AI e OER o, più in generale, tra AI ed educazione, o anche con le attività umane in generale.

Il punto, concordato dalla maggior parte dei partecipanti al panel, non è chiedersi se Chat GPT (o qualsiasi altro LLM o tool AI) sia affidabile per scopi educativi, ma domandarsi chi sviluppa, possiede e controlla questi strumenti. Soprattutto, vale la pena di chiedersi cosa può succedere dal momento che stiamo già sfruttando l’uso di queste tecnologie nel mondo dell’Open Education, ad es. in H5P.

Inoltre, se progetti finanziati dall’UE come Encore+ stanno gettando le basi per un meta-repository europeo di OER, cosa succederebbe se tale piattaforma fosse integrata con un LLM proprietario? O, ancora più allarmante, usasse una sedicente tecnologia “aperta”, che in realtà è guidata o governata da investitori privati? Se insegnanti, studenti e istituzioni come università o scuole, utilizzeranno l’intelligenza artificiale nelle loro attività, il tema della fiducia dovrà essere esplorato meglio e preso in considerazione in ogni momento dell’adozione dell’AI, soprattutto per i sostenitori dell’open education.

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