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Via libera al Piano Nazionale per la Scienza Aperta

Via libera al Piano Nazionale per la Scienza Aperta

| Sara di Giorgio | la nuvola della ricerca e istruzione
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Diventa realtà il Piano Nazionale per la Scienza Aperta, parte integrante del Programma Nazionale per la Ricerca 2021-2027, in ottemperanza al Decreto Ministeriale del n. 268 del 28 febbraio 2022.

Il Piano Nazionale per la Scienza Aperta, pubblicato il 15 giugno 2022, costituisce un documento programmatico che concorre all’implementazione della scienza aperta, intesa come un nuovo paradigma per la creazione della conoscenza scientifica basato su trasparenza e cooperazione, capace di potenziare la ricerca e l’insegnamento scientifico, promuovendo la conoscenza come bene comune e dando la possibilità per tutti di accedere ai risultati della ricerca scientifica.

GARR, con altri centri di eccellenza italiani, contribuirà allo sviluppo di servizi e risorse per il coordinamento delle competenze presenti in università, enti e infrastrutture di ricerca collegate al Centro di Competenza

Il Piano propone una visione d’insieme, con strategie specifiche per cinque assi di intervento, che debbono interagire per creare un ecosistema aperto di pubblicazioni, dati, strumenti di analisi, infrastrutture e servizi ICT in rete, valutazione e formazione, puntando sul valore essenziale della condivisione della conoscenza.

Per ogni intervento viene presentato l’obiettivo specifico ed enunciato il piano di azioni da sviluppare entro il 2027 indicando ulteriori obiettivi di lungo periodo, con delle raccomandazioni per gli attori coinvolti. Viene poi individuato un sistema di monitoraggio che sarà messo in campo dal MUR, per garantire la coerenza delle iniziative proposte e disposte dalla comunità scientifica con gli obiettivi definiti nel Piano.

Grazie al Piano sarà possibile sviluppare un’infrastruttura nazionale a rete e un portale, che collegherà gli archivi aperti esistenti di tutte le discipline e renderà ricercabile e accessibile la produzione scientifica.

“Nella pandemia abbiamo capito quanto sarebbe stata di enorme aiuto una infrastruttura già attiva di Open Science. Se ci fosse stata ci avrebbe potuto regalare ancora più conoscenze, sarebbe stata importante anche per sapere molto prima dell’arrivo della pandemia” sottolinea Rossi, coordinatore del gruppo di lavoro del PNSA e rappresentante l’Italia nello steering board della European Open Science Cloud (Eosc) e già presidente dell’Esfri, il Forum strategico europeo delle infrastrutture di ricerca. “Se ci fosse stata una infrastruttura attiva di Scienza Aperta a livello nazionale, europeo e globale avremmo avuto policy più mirate rispetto alla pandemia e alle politiche di restrizione”.

PNR

“La pubblicazione di questo piano fornisce alla comunità italiana la base per iniziare ad aggregare l’esistente e a lanciare i nuovi sviluppi”, spiega Donatella Castelli, dirigente del CNR tra gli autori del Piano. “Uno sforzo necessario - aggiunge - per supportare la transizione verso quello che è un nuovo approccio alla scienza certamente più efficace, trasparente e connesso alla società dell’attuale”.

Obiettivo del Piano è anche quello di creare un coordinamento fra tutti gli attori coinvolti, ovvero il MUR, gli enti di ricerca, gli atenei, l’ANVUR e le infrastrutture di ricerca, impegnando gli attori del sistema su obiettivi chiari e misurabili.

In questo scenario viene riconosciuto il ruolo di ICDI, il tavolo tecnico che riunisce le Infrastrutture di ricerca operanti in Italia, gli Enti pubblici di ricerca, gli Atenei e altri membri istituzionali per sostenere le sinergie dei contributi italiani alla costruzione della European Open Science Cloud (EOSC), anche rivestendo il ruolo di organizzazione mandataria nella EOSC Association e progettando una infrastruttura nazionale per i dati scientifici, potenzialmente realizzabile nel quadro del PNRR. Il Competence-Center di ICDI congiuntamente al servizio www.Open-Science.it (ISTI-CNR, OpenAIRE) mettono a disposizione informazioni e strumenti di riferimento sulla Scienza Aperta rivolti alla comunità scientifica.

Il Competence Center di ICDI diventa perciò un soggetto abilitante del processo per rendere l’Open Science un’opportunità per potenziare la ricerca e l’insegnamento scientifico e supportare la partecipazione italiana a EOSC. GARR, insieme ad altri enti di eccellenza italiani, contribuirà attivamente allo sviluppo di servizi e risorse per il coordinamento delle competenze presenti nelle Università, Enti e Infrastrutture di ricerca collegate al Centro, proponendo un modello organizzativo di riferimento nella strategia europea.

In questo senso, un importante contributo arriverà dal progetto europeo Skill4EOSC, appena approvato nell’ambito delle call di Horizon Europe e coordinato dal GARR, che attraverso una rete di università e competence center in Europa, definirà e armonizzerà i profili professionali e i relativi percorsi formativi, necessari per garantire lo sviluppo della scienza aperta e di EOSC.

L’accelerazione determinata dal Piano permetterà un sempre maggiore sviluppo del ruolo che l’Italia potrà giocare a livello europeo sul tema della scienza aperta e nell’ambito dell’iniziativa EOSC, evidenziando le priorità e le specificità nazionali e rispondendo a quanto richiesto dalla Raccomandazione (UE) 2018/790 della Commissione europea sull’accesso alla comunicazione scientifica e la sua conservazione in termini di coordinamento e strategia a livello nazionale sulla scienza aperta.

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